GP Liberazione/Intervista responsabile Cambio Ruote.

Al Liberazione il Cambio Ruote, fondamentale più che mai.
Ancora una volta, come da tanti anni a questa parte. Sarà ancora il Cambio Ruote Casolari a svolgere questo delicato compito al Gran Premio Liberazione, continuando quel rapporto di collaborazione iniziato più di 30 anni fa con la Primavera Ciclistica e proseguito con la nuova organizzazione di Claudio Terenzi. Una presenza ormai abituale quella del sodalizio di Formigine (MO) a Roma, ora anche raddoppiata considerando le gare che ci saranno anche domenica 24 aprile per le categorie giovanili.
Orfeo Casolari a dispetto dell’età è ancora attivo e protagonista dell’attività, ma per molte cose ha delegato a Raoul Turchi, che a Roma ha fatto il suo esordio 11 anni fa: “Il nostro impegno al Liberazione è sempre stato molto complesso, nel senso che non provvediamo solo al cambio ruote, ma portiamo giù anche le auto per giuria e direzione di corsa. D’altronde siamo in questo campo coloro che hanno la maggiore dotazione di mezzi a disposizione e questo ci consente di diversificare gli impegni ogni settimana, arrivando a coprirne anche 4 in contemporanea. Al Liberazione, ad esempio, arriveremo direttamente dal Trentino, dalla conclusione del Tour of the Alps”.
Il Liberazione non è una gara come tutte le altre e Turchi lo sa bene. L’impegno della società emiliana sarà cospicuo: “A Roma arriveremo con 3 macchine per il cambio ruote, ognuna dotata di 3 bici completamente montate e 15 ruote a parte. Dobbiamo essere ponti a qualsiasi emergenza, quindi ruote di tutti i tipi, con disco da 16 e 14, con pignoni da 12 e 11. Ciò differisce da ogni altra gara perché, essendo una prova in circuiti, non ci sono le ammiraglie delle squadre e a ogni foratura il corridore deve avere a disposizione da noi quel che gli serve in base alle caratteristiche della sua bici. Inoltre ci saranno altre2 macchine per la giuria e 2 per la direzione di corsa, con in totale almeno 10 persone inviate”.
L’esperienza accumulata negli anni è preziosa, il Liberazione può sembrare una competizione facile da gestire, invece è l’esatto contrario: “Pochi ci pensano, ma ogni mattina di gara passa l’automezzo per il lavaggio delle strade che porta sul manto stradale ogni genere di sporcizia. Il risultato è che ogni anno ci ritroviamo a far fronte a tante forature e tutti come detto devono rivolgersi a noi. Il lavoro è costante per tutta la gara e i ragazzi devono essere molto veloci, perché ogni anno il ritmo è indiavolato fin dall’inizio. Quest’anno poi, tra le prove giovanili della domenica e quelle per donne e Under 23 del lunedì, ci sarà davvero tanto da fare, ma ci faremo trovare pronti, come sempre”.

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