di Alessandra Fabbretti, Alessio Pisanò e Brando Ricci
Diminuzione “drastica” delle attività militari russe nella capitale Kiev e nella città settentrionale di Chernihiv; istituzione di un sistema di sicurezza garantito da più Paesi, fra i quali la Turchia e l’Italia; negoziati a parte sullo status della Crimea e del Donbass. Sono questi alcuni dei punti emersi oggi nei negoziati fra Ucraina e Russia che si sono tenuti a Istanbul, in Turchia, stando a quanto riferiscono media ucraini, russi e turchi.
I lavori sono stati aperti dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Stando a quanto riferito da uno dei delegati ucraini, David Arahamiya, Kiev ha proposto un sistema di garanzie di sicurezza per l’Ucraina composto dai Paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite più altri sei soggetti, fra i quali appunto Ankara e Roma, garantito da un accordo ratificato dai rispettivi parlamenti “più severo” dell’articolo cinque dello statuto della Nato sulle aggressioni agli altri Stati membri. Secondo l’agenzia turca Anadolu i Paesi indicati da Kiev per questo organismo sarebbero invece otto. Arahamiya ha affermato inoltre che i territori occupati dalle forze armate russe, ovvero Crimea e alcune zone del Donbass, verrano discussi a parte.
Il capo delegazione di Mosca Vladimir Medinskiy, rilanciato dall’agenzia Ria Novosti, ha affermato che le forze armate russe si preparano a “ridurre significativamente le attività militari a Kiev e Chernihiv”. Il Cremlino, sempre secondo Ria, ha inoltre aperto alla possibilità di un incontro fra il presidente russo Vladimir Putin e l’omologo ucraino Volodymyr Zelensky, ma solo “contestualmente alla firma di una accordo di pace fra i ministri degli Esteri”.
Questa mattina si sono aperti i colloqui di pace a Istanbul, dove il presidente turco Racep Tayyip Erdogan ha accolto le delegazioni di Ucraina e Russia invocando un “cessate il fuoco immediato” a oltre un mese dallo scoppio delle ostilità. Il capo di Stato ha aggiunto che considera Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky come “cari amici”.
Sebbene si nutrano molte aspettative circa questo appuntamento, che giunge dopo una serie di incontri ospitati in Bielorussia che non hanno portato a progressi concreti, gli analisti concordano nel ritenere che da entrambe le parti non ci siano le condizioni per una tregua generale. A Kiev intanto qualche ora di “respiro” dai combattimenti, come evidenzia France24, dal momento che l’esercito starebbe riuscendo a respingere gli attacchi russi nella vicina città di Irpin.
TELEFONATA DRAGHI-ALLEATI SU PROFUGHI, NEGOZIATI ED ENERGIA
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto oggi pomeriggio una nuova conversazione telefonica con il Presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, il Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, il Cancelliere della Repubblica Federale di Germania, Olaf Scholz, e il Primo Ministro del Regno Unito, Boris Johnson. I cinque leader hanno confermato l’importanza di uno stretto coordinamento sull’aiuto alla popolazione e alle istituzioni ucraine, con particolare attenzione al funzionamento dei corridoi umanitari e all’assistenza ai crescenti flussi di rifugiati. Hanno inoltre condiviso la necessità di sostenere i negoziati in corso, assicurando al più presto il cessate il fuoco. Al centro del confronto anche la diversificazione degli approvvigionamenti energetici.
LA COMMISSARIA UE JOHANSSON: “PROFUGHI CHIEDANO PROTEZIONE IN TUTTI GLI STATI”
“Occorre convincere gli sfollati ucraini a fare domanda di protezione internazionale anche in altri Stati europei, evitando che l’accoglienza si concentri eccessivamente in alcuni Paesi come sta accadendo in Polonia, il Paese con il numero più alti di rifugiati ucraini rispetto alla popolazione”. Così la commissaria europea agli Affari interni Ylva Johansson durante un’audizione davanti agli eurodeputati della commissione per i diritti delle donne del Parlamento europeo.
“Invitate gli sfollati a venire nei vostri Paesi, spiegando che avranno lo stesso livello di protezione e di diritti se si recano in Germania, in Francia o in Italia”, ha affermato la commissaria svedese in un appello agli europarlamentari. Johansson ha anche posto l’attenzione sulle denunce di diverse organizzazioni umanitarie relative agli episodi di tratta di essere umani durante la crisi ucraina. “C’è bisogno di investigare: alcune agenzie delle Nazioni Unite mi hanno informata di molte macchine che vanno a prelevare in strada le persone per fini di sfruttamento sessuale o di altro genere con il pretesto di aiutarle”, ha continuato Johansson.