“La Commissione discuterà ed esplorerà le misure sull’energia con gli stakholders, ovvero le grandi società petrolifere, elettriche e di distribuzione- ha specificato Draghi-. Ci sarà poi un consiglio dei ministri dell’energia che parteciperà a questa discussione, a maggio avremo risposte a riguardo“.
“Era importante riuscire ad avere un risultato che non fosse divisivo sull’energia e in un certo senso siamo stati soddisfatti dalla conclusione”, ha spiegato il presidente del Consiglio.
DRAGHI: “ABBIAMO TRE RIGASSIFICATORI, NE ACQUISTEREMO ALTRI DUE“
“Gli Stati Uniti hanno promesso di aiutare l’Europa. Biden ha mostrato la consapevolezza che le sanzioni colpiscano più l’Europa che gli Stati Uniti. E ha confermato di voler aiutare l’Europa. La prima misura sarà l’invio di 15 miliardi di mc di gas liquido, circa il 10% del consumo dell’intera Ue. Vedremo come sarà distribuito. Occorre poi vedere se noi disponiamo dei rigassificatori. Oggi ne abbiamo in funzione 3 di cui uno molto grande e altri due più piccoli. La disposizione di Cingolani a Snam è quella di acquistare 2 rigassificatori che sono poi delle navi galleggianti. Contiamo così di essere in grado di assorbire la nostra quota”, ha aggiunto Draghi.
“E’ stato proposto da Macron un fondo per energia e difesa che andrà a finanziare molte delle opere e infrastrutture necessarie. Dai rigassificatori, di cui gran parte dell’Europa si dovrà dotare. Alle interconnessioni”.
I COLLOQUI CON PUTIN
“Ho visto le parole del Santo padre a cui vorrei esprimere la mia gratitudine. Noi stiamo cercando la pace, io la sto cercando veramente e anche gli altri leader europei la stanno cercando. Hanno avuto e avrò anche io colloqui con Putin“, ha spiegato Draghi.
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L’esigenza del 2% di PIL in spese militari è “perchè la Russia la ha invaso l’Ucraina in base a logiche che appartenevano ad altre epoche, per questo improvviso essere richiamati ad un passato che si pensava dimenticato si è suggerito di confermare l’impegno Nato”. Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, a conclusione del Consiglio europeo. “E’ un impegno preso nel 2006, tutti i governi l’hanno sempre confermato. Ora è tornata l’esigenza di tornare a riarmarci“, aggiunge. “Riarmarci, per noi italiani, vuol dire farlo all’interno della difesa europea. Una difesa europea è fondamentale per arrivare ad una integrarazione politica, è garanzia che non ci faremo piu la guerra“.
Agenzia DiRE www.dire.it