Fondazione IL GIARDINO DELLE ROSE BLU.
Ermanno D’Onofrio dopo i viaggi umanitari effettuati nel periodo della guerra in Croazia e Bosnia
Erzegovina negli anni ’90 e molto attiva sia nel volontariato internazionale che nella realtà locale, si
è subito attivata per l’emergenza in Ucraina e, proprio in questi giorni, ha inviato un convoglio
umanitario alla volta dei campi profughi sulla linea di confine nella città di Medyka in Polonia, grazie
alla collaborazione delle Suore e dei Padri Salvatoriani.
Il convoglio umanitario ha destinato anche parte degli aiuti a Bucha e a Kiev, località ucraine
assediate dalla guerra.
Nei prossimi giorni dovrebbe rientrare un pullman, realizzato grazie al contributo della ONG
“Progetto Sud” e della UIL, con mamme e bambini che sono scappati dalla guerra. La Fondazione
Internazionale “Il Giardino delle Rose Blu” in sinergia con il Consultorio Familiare Anatolè ha
organizzato una prima accoglienza per 4/5 giorni presso le Suore Cistercensi di Casamari in modo
da poter effettuare tutti i controlli sanitari e giuridici per poi andare ospiti nelle famiglie.
Questi progetti sono resi ancora più profondi ed intensi grazie al contributo del Fiore Della
Misericordia, percorso spirituale iniziato da Don Ermanno qualche anno fa, che coinvolge membri
da tutta Italia desiderosi di vivere anche una dimensione spirituale di volontariato che diventa, come Don Ermanno cita spesso, “un’occasione di incontro con Gesù, che si fa presente nei piccoli e stimola ognuno di noi ad essere un ponte della misericordia di Dio”.
Questa rete ha messo in piedi questo progetto “Solidarietà per l’Ucraina” che, oltre al convoglio
umanitario e all’accoglienza dei profughi in Ciociaria, ha attivato anche un servizio di trattamento
per il superamento del trauma da guerra coordinato dallo stesso Don Ermanno D’Onofrio che è
anche psicoterapeuta e dalla dott.ssa Roberta Cassetti, insieme ad una equipe di professionisti e,
tale servizio, è messo a disposizione in maniera gratuita di tutti coloro che ospitano profughi della
guerra e volessero usufruirne.
Visto che nella nostra mission c’è sempre il desiderio di stabilire in contatto fraterno e vivo con
queste realtà, a tal punto che abbiamo preferito andare di persona a portare aiuti e a prendere
contatti, così come in Croazia e Bosnia Erzegovina da ben 29 anni ancora manteniamo una nostra
presenza in quei territori con una catena di fraternità che poi fa sviluppare amicizie e relazioni
sincere e durature, anche in questa situazione vogliamo continuare a realizzare progetti umanitari
e mantenere i contatti prendendo a cuore alcune realtà di Kiev (tra cui un orfanotrofio in modo
particolare).