Ucraina, Draghi: “Accolti quasi 60mila profughi, chissà quanti ne arriveranno dopo”.
Il premier sfida la Russia sul gas: “Non resisteremo senza di loro? Vedremo”.
di Roberto Antonini, Antonio Bravetti e Alessio Pisanò
ROMA – I profughi in fuga dall’Ucraina giunti sinora in Italia sono “quasi 60mila, e chi sa quanti dopo”. Il presidente del Consiglio Mario Draghi, lo dice alle telecamere di RaiNews24 da Palmanova (Udine), in visita a un centro di accoglienza per ucraini in fuga dalla guerra.
Che arrivino aiuti diretti alle famiglie e alle strutture che accolgono profughi ucraini “oggi non è previsto, tutto passa attraverso un’organizzazione centrale che è la Protezione civile, il ministero dell’Interno, quello dell’Economia e delle Finanze, e questo sembra funzionare”. Ma, aggiunge Draghi, “quello che è cruciale è che questi aiuti, sia che vengano dati direttamente o passino attraverso una procedura, vengano erogati subito, perché il bisogno è ora, non fra settimane. Questo è molto importante”.
La Russia dice che è impossibile che l’Europa possa resistere nel breve periodo senza gas russo? “Vedremo, vedremo…”, risponde in maniera laconica il premier.
DRAGHI, BIDEN E LEADER EUROPEI: “IMPORTANTE UNITÀ INTENTI”
“Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha avuto oggi pomeriggio una conversazione telefonica con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, il presidente francese, Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, il primo ministro britannico, Boris Johnson, in preparazione del vertice Nato di giovedì prossimo e della partecipazione del presidente Biden al prossimo Consiglio europeo. I leader hanno riaffermato l’importanza della unità di intenti e di azione dimostrata di fronte alla guerra in Ucraina e alle sue ripercussioni. Di fronte alla grave emergenza umanitaria i leader si sono impegnati a coordinare gli sforzi per aiutare la popolazione ucraina in fuga dal conflitto o bloccata in patria”. Lo comunica palazzo Chigi.
DI MAIO: “POSSIBILI SOLO CESSATE FUOCO A LIVELLO LOCALE“
“Non possiamo costruire un cessate il fuoco generale, è ancora troppo presto e non ci sono le condizioni. Possiamo farlo a livello locale facendo interloquire i comandi del posto attraverso organizzazioni delle Nazioni Unite”: queste le parole del Ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio a seguito del Consiglio Affari esteri tenutosi oggi pomeriggio a Bruxelles. “Oggi al Consiglio abbiamo chiesto di prendere un’iniziativa in merito a delle tregue umanitarie localizzate in Ucraina. Stiamo lavorando ad un accordo di pace e tutta la comunità internazionale è impegnata per raggiungerlo”, ha aggiunto Di Maio.
“In attesa di ciò noi chiediamo all’Unione Europea di farsi promotrice di un’iniziativa che costituisca un tavolo permanente con istituzioni come l’Unhcr (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) e la Croce Rossa al fine di individuare le aree più critiche dove costruire delle tregue umanitarie per evacuare i civili e portare beni di prima necessità ai cittadini che sono bloccati nelle città assediate dall’esercito russo”, ha affermato il ministro in merito alle azioni da intraprendere nei confronti degli ucraini. Di Maio, infine, ha sottolineato il pieno sostegno dell’Italia al lavoro che sta facendo l’Ue e l’Alto rappresentante Josep Borrell, “crediamo che abbia dato una grande prova di unità, efficacia ed efficienza”.
Agenzia DiRE www.dire.it