ROMA – Una scuola divenuta rifugio per centinaia di persone sarebbe stata colpita in un bombardamento a Mariupol: a diffondere la notizia, sulla quale non ci sono per ora conferme, è stato oggi il Consiglio comunale della città del sud-est dell’Ucraina. Stando a queste informazioni, rilanciate da testate internazionali, il raid è avvenuto ieri. All’interno della struttura, secondo la versione del Consiglio comunale, avevano trovato riparo circa 400 persone, tra le quali anziani, donne e bambini. Non è chiaro se e quante nel caso siano le vittime.
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L’AVANZATA RUSSA A MARIUPOL
Fonti concordanti hanno riferito che le forze russe sono avanzate nel centro della città e che combattimenti sono in corso anche oggi. Il controllo di Mariupol permetterebbe a Mosca di stabilire un collegamento diretto tra le unità del fronte orientale del Donbass e quelle del fronte orientale della Crimea. Secondo il Consiglio comunale della città, l’edificio scolastico colpito ieri sarebbe stato distrutto e rifugiati sarebbero bloccati tra le macerie. Le operazioni di soccorso sarebbero complicate dai combattimenti in corso.
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KIEV METTE AL BANDO 11 PARTITI: “SONO LEGATI ALLA RUSSIA”
Undici partiti politici sono stati messi al bando in Ucraina con l’accusa di avere legami con la Russia: lo ha disposto oggi, con un decreto, collegato alla legge marziale in vigore, il presidente Volodymyr Zelensky. La principale delle forze politiche colpite dal provvedimento è Piattaforma di opposizione per la vita, che al parlamento di Kiev controlla 44 seggi su 450. A guidarla Viktor Medvedchuk, dirigente con legami anche personali con il presidente russo Vladimir Putin, padrino della sua figlia più giovane.
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Fuorilegge da oggi anche le attività di Nashi, in italiano “i nostri”, guidato da Yevheniy Murayev. “Alla luce della guerra su larga scala scatenata dalla Federazione russa e dei legami tra essa e alcune formazioni politiche, le attività di alcuni partiti sono sospesi per la durata della legge marziale“, ha riferito Zelensky.
MICHEL: “PUTIN NON SI ASPETTAVA REAZIONE CELERE DELL’UE”
“Putin non si aspettava un’Unione europea celere e risoluta nelle sue azioni, le sanzioni economiche che abbiamo adottato esercitano una massiccia pressione sul Cremlino. Condanniamo fermamente l’aggressione militare della Russia”. Così il presidente del Consiglio Ue Charles Michel intervistato a ‘In mezz’ora in più’.
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