ROMA – Trionfo Ferrari a Sakhir: Charles Leclerc ha vinto il Gp del Bahrain, prima gara del Mondiale 2022 di Formula Uno. Secondo l’altro pilota della Rossa, Carlos Sainz. Terza la Mercedes di Lewis Hamilton. Si è ritirato a due giri dal termine il campione del mondo in carica Max Verstappen, fermato da problemi tecnici alla sua Red Bull.
Parte primo, finisce primo. Non è un miraggio del deserto. E’ Leclerc, la Ferrari. Dietro di lui Sainz. Pole, giro veloce, la doppietta. La rivoluzione rossa in Bahrain. Non c’è la Red Bull al traguardo, è sparita dagli specchietti. Verstappen e Perez sono scomparsi. Il campione del mondo, il rivale di una vita del monegasco, è ai box. Dopo un duello in bolla, Red Bull e Ferrari, per 50 giri fino all’intervento di una Safety Car che avrebbe potuto di nuovo salvare l’olandese, come ad Abu Dhabi.
Solo che stavolta non c’è Hamilton lì a farsi fregare. C’è la nuova Ferrari. Leclerc in dominio, Sainz in scia.
Sono fatti loro, e basta. Sul podio, come un felino mai domo si arrampica anche Hamilton. Il mondo della F1 s’è ribaltato e ha buttato a terra la Red Bull. E’ questo il vero effetto suolo, per ora.
Leclerc ha firmato un dominio. Tiene in partenza, e tiene durante la gara. Solido, puntuale, quasi estenuante per sicurezza e prestazioni. Una conferma di tutto il prequel di buone intenzioni, di mancata scaramanzia, di consapevolezza spavalda di un progetto vincente fin nella sua presentazione mediatica. La Ferrari del 2022 è inedita: non si smentisce più. E’ ottimista e vince.
Dopo cinque giri Leclerc e Verstappen vanno già via. Dopo dieci i quattro – una Ferrari, una Red Bull, una Ferrari, una Red Bull – si distanziano, di 2 secondi e mezzo l’uno dall’altro, col distacco in aumento. Perez invece sorpassa Hamilton. La Mercedes saltella scorbutica e indomata. L’inglese è il primo a cercare l’undercut: al rientro con le gomme gialle dure e fredde va lungo e ne approfitta – per un piccolo momento storico della Formula 1 – il cinese Zhou Guanyu. Un momento che dura pochissimo.
Verstappen nel frattempo lamenta via radio “zero trazione”. Sarà la prima lacrima di un pianto tecnico. Rientra al quindicesimo, con Sainz. Il box Ferrari convoca Leclerc, al giro successivo. Quando torna in pista, il Ferrarista trova il campione del mondo con le gomme calde, in Drs. Un duello da botta e risposta in tre curve: il monegasco in catenaccio. Replica al giro successivo, delirio. E ancora una terza volta, con Leclerc che incassa e si vendica. Un rosario di emozioni.
Poi basta: la F1-75 infila una scia divina, il rivale detta in radio tutti i problemi che accusa. Al trentesimo passaggio ci sono 4 secondi quasi di margine. Entra in gioco la strategia-gomme. Verstappen, di nuovo, cambia per primo. In fotocopia risponde la Ferrari. Nel resto del mondo che gli corre attorno la Haas di Magnussen sale in ottava posizione dopo aver passato Gasly: uno che dieci giorni fa era in vacanza a Miami.
Al giro 44 il distacco aumenta quasi a 5 secondi: le Red Bull montano le rosse e tentano i tre pit stop. La Ferrari invece tiene in pista Leclerc, ma l’olandese è abbonato a San Safety Car, o almeno crede: la monoposto di Gasly va in fiamme a bordo pista, reset. Leclerc rientra ai box e ne esce, di nuovo, ingaggiato in battaglia. Un replay del “dramma” che ha chiuso il Mondiale passato. Ma quello, appunto, è il passato. Un fantasma altrui.
Alla bandiera verde mancano sei giri, e stavolta il destino non fa scherzi. Leclerc sgomma via, Sainz si attacca alla coda di Verstappen e lo marca stretto. La Red Bull implode. A due giri dalla fine si ritira prima Verstappen, poi Perez. Per problemi tecnici.
Il traguardo è rosso, le Ferrari lo trapassano come un toro in corrida. Sakhir non è più il deserto di Hamilton, non più. C’è scritto Ferrari sulla sabbia.
Agenzia DiRE www.dire.it