ENERGIA. TABARELLI: PREZZI GIÙ A BREVE MA NON CHIUDERE CENTRALI CARBONE.

ESPERTO NOMISMA: SERVE FLESSIBILITÀ NEL NOSTRO SISTEMA ELETTRICO (DIRE) Modena, 22 feb. – “Parliamo pure di energie rinnovabili, ma dobbiamo parlare di più del gas, della Russia, dei contratti energetici a lungo termine. Andiamo a farci dire chi ha guadagnato su questi contratti: è ora che l’Europa lo chieda alla Russia e agli importatori europei come la nostra Eni, fino a Edison e a Hera in Emilia-Romagna in particolare. Bisogna fare luce sui prezzi e bisognerebbe ripristinare la vecchia Qe eliminata nel 2012, la quota a copertura dei costi di approvvigionamento del gas naturale, che vorrebbe dire abbassare i prezzi”. Così oggi Davide Tabarelli, presidente della società di ricerca Nomisma Energia e professore del dipartimento di Ingegneria Civile dell’Alma Mater di Bologna. Intervenendo al convegno nazionale “Ciclone caro-energia. Politiche, riforma della filiera e delle bollette: scenari e proposte”, promosso online a Modena dal centro studi Ircaf, continua Tabarelli: “Anche sull’elettricità, comunque, sono ottimista: in primavera i prezzi sono destinati a scendere, perché nessuno interromperà il flusso dalla Russia. Ma- avvisa l’esperto- dobbiamo avere più flessibilità nel nostro sistema elettrico, a partire dalle centrali a carbone che sono ancora esistenti. E che non dobbiamo chiudere subito. Aspettate un attimo- è l’appello generale del presidente di Nomisma Energia- perché dobbiamo essere più flessibili. Quando avremo più energie rinnovabili e quando le avremo con gli accumuli, che sostanzialmente vuol dire che non le avremo mai, allora potremo pensare di dedicarci esclusivamente a questo comparto energetico”.

Su altri lidi la presidente della commissione Ambiente della Camera, la dem Alessia Rotta, che tra l’altro al convegno evidenzia: “Non ci sto, quando si dice, come succede da più parti, che il costo dell’energia in bolletta aumenta per colpa della transizione ecologica. Naturalmente, come tutte le transizioni, è costosa, ma il punto è stabilire quali sono i prezzi da non far pagare alla società. Alle fasce più deboli in primis, agendo sulle fasce Isee e sui bonus, ma anche alle imprese energivore e alle piccole imprese. Non possiamo permetterci- avvisa Rotta- che aziende italiane delocalizzino per questo”.

Agenzia DiRE  www.dire.it

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