BOLOGNA – “Sono davvero contento di essere nella mia città oggi, Bologna ha fatto tanto per me“. Accolto da un lunghissimo applauso, il volto di Patrick Zaki appare sullo schermo posto all’interno dell’oratorio dei Filippini, nel centro della città. Zaki è in videoconferenza, per qualche minuto, alla presentazione del graphic novel ‘Patrick Zaki, una storia egiziana’, di Laura Cappon e Gianluca Costantini. “La letteratura e l’arte – dice Zaki ringraziando i curatori del volume – sono state importanti durante la prigionia, per ricordare quello che non deve essere dimenticato“. Pochi momenti per testimoniare ancora una volta l’affetto per la città e per chi si è dedicato alla sua vicenda, a due anni dall’arresto. Zaki parla in inglese, tradotto dalla sua ‘prof’ al master dell’Università di Bologna, Rita Monticelli.
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“Siamo ottimisti ma prudenti, non è finita“, dice il portavoce di Amnesty International Riccardo Noury a proposito della vicenda giudiziaria di Zaki. Patrick, ricorda Noury prima della presentazione del libro, “è ancora imputato in un processo, ci vogliono altri due mesi abbondanti prima che ci sia una nuova udienza, quindi aspettiamo. La sensazione è quella di essere alla penultima curva, però non sappiamo ancora quanto rettilineo c’è da fare. Patrick fiero e convinto delle sue idee? È un ricercatore sui diritti umani, è una persona che non ha nulla di cui pentirsi perché è tutto lecito, legittimo e protetto dal diritto internazionale. È bello che rivendichi la giustezza delle sue azioni”, conclude il portavoce di Amnesty.
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