ROMA – “Non ho garanzie sulla decisione finale, in questi casi cerco sempre di restare ottimista. Naturalmente spero che vada bene”. Mentre parla con l’agenzia Dire, che lo raggiunge in videochiamata a Mansoura, Patrick Zaki sorride, i capelli folti e ricci legati dietro alla testa, e sembra voler tenere lontane le preoccupazioni anche per non “appesantire” chi lo sta intervistando.
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Tra poche ore il ricercatore del master ‘Gemma’ dell’Università di Bologna varcherà la soglia del Tribunale per la sicurezza dello Stato per i reati minori di Mansura, nel nord dell’Egitto. Si tratta dell‘ennesima udienza per lui, ma se in questi 22 mesi si è trattato per lo più di sedute in cui i giudici si sono pronunciati sul rinnovo della detenzione cautelare, quella di oggi potrebbe essere la sessione “decisiva”, come ha dichiarato giorni fa la sua avvocata Hoda Nasrallah, che tuttavia non ha escluso la possibilità che tutto si concluda con un nuovo rinvio.
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Una vicenda, quella di Zaki, iniziata il 7 febbraio del 2020 con l’arresto all’aeroporto internazionale del Cairo, appena sceso da un volo partito dall’Italia. Dopo un anno e mezzo di rinvii della detenzione preventiva, che Zaki ha scontato nel carcere di massima sicurezza di Tora, al Cairo, lo scorso settembre i giudici hanno reso note le accuse: diffusione di false notizie in Egitto e all’estero, a causa di un articolo pubblicato nel 2018 su una testata online in lingua araba in cui il ricercatore denunciava abusi subiti dalla minoranza dei copti cristiani. A dicembre poi, la decisione di rilasciarlo ma non di scagionarlo. Per le organizzazioni e i difensori dei diritti umani, si tratterebbe di un procedimento politico.
Approfittando del periodo di libertà, una volta tornato dalla famiglia e dalla sua fidanzata Zaki ha ripreso gli studi, sostenendo venerdì scorso il primo esame (“Storia dei movimenti femminili nell’Italia moderna”) e l’ultimo necessario a completare la prima annualità del master. “Mi ha reso felicissimo” confida. “E’ stato bellissimo poterlo fare, poter riprendere il percorso del Master e dedicarmi ai libri dopo tanto tempo. Un momento fantastico”.
E dal punto di vista burocratico, “riprendere il percorso è stato semplicissimo” sottolinea Zaki. “L’Università si è resa molto disponibile e ha facilitato tutte le procedure. Può sembrare una cosa scontata ma in realtà non lo è. Studiare ora è un po’ più dura ma ce la sto mettendo tutta”.
Agenzia DiRE www.dire.it