Sondaggio Tecnè: cresce del 7% la spesa degli italiani per consumi, beni e servizi.

di Francesco Demofonti

Nel 2021 la spesa media mensile delle famiglie italiane è aumentata rispetto all’anno precedente, ma resta inferiore ai livelli pre-pandemia. Per il 2022 si stima un +5%.

ROMA – Gli italiani tornano ad aprire il proprio portafogli e a riempire il carrello della spesa di beni e servizi. Dopo una contrazione pari a -12% registrata nel 2020, nel 2021 la spesa media mensile delle famiglie, al netto del computo degli affitti figurativi, fa registrare una crescita pari a +7%, percentuale che corrisponde a circa 38 miliardi di euro in più rispetto al 2020, una crescita trainata dalla ripresa dei consumi non alimentari.

Se, dunque, la spesa media mensile delle famiglie, esclusi gli affitti figurativi, era stata pari a 1.982 euro nel 2019 e a 1.742 euro nel 2020, nel 2021 ecco che la cifra tocca quota 1.864 euro. È quanto emerge da un sondaggio Tecnè, dal titolo ‘Prospettive economiche delle famiglie per il 2022’. L’indagine evidenzia, però, che si tratta di un recupero parziale e che la spesa delle famiglie è posizionata ancora al di sotto dei livelli del 2019 per circa 36 miliardi di euro.

Il sondaggio fotografa inoltre un’Italia divisa sul tema dell’incremento della spesa: il più alto si registra nel Nord est della penisola (2.165 euro nel 2019, 1.911 euro nel 2020, 2.057 euro nel 2021), con una variazione rispetto all’anno precedente che va dal -12% del 2020 al +8% del 2021, nelle coppie senza figli della classe d’età 35-64 anni (2.244 euro nel 2019, 1.979 euro nel 2020, 2.135 euro nel 2021) e in quelle dove la persona di riferimento è un lavoratore dipendente con un inquadramento alto o medio. Il minore incremento, invece, è da ricercare nella coppia senza figli, con età pari o superiore ai 65 anni. Secondo il sondaggio Tecnè questa tipologia di famiglia è passata dallo spendere 1.918 euro nel 2019, 1.632 euro nel 2020 e 1.725 euro nel 2021, facendo segnare un -15% nel 2020 ed un +6% nell’anno appena trascorso.

Cosa c’è dietro la ripresa dei consumi? Dopo il netto calo registrato nel 2020 (-2,6%), il sondaggio mette in luce come un deciso contributo l’abbiano certamente dato l’allentamento delle misure restrittive dettate per contenere la pandemia da Covid-19 e il parziale recupero dei redditi delle famiglie: una percentuale che tocca un +1,1% nel 2021, mentre nel 2019 si era registrato un +0,2%. In termini reali la contrazione dei redditi tra il 2020 e il 2019 è stata di -29,5 miliardi di euro, solo 11,5 dei quali recuperati nel corso del 2021. Altro argomento che ha determinato una crescita dei consumi più rapida rispetto ai redditi è stato il miglioramento della fiducia economica, sia dal punto di vista della valutazione dell’attuale condizione, sia in termini di attese per il prossimo anno. Il miglioramento della fiducia economica ha spinto le famiglie italiane a ridurre la quota di risparmio cautelativo, diminuita di 5 punti percentuali rispetto al 2020. Se, infatti, nel 2019 la propensione al risparmio è stata pari all’8%, il numero è raddoppiato al 16% nel 2020, per poi scendere all’11% nel 2021.

E il futuro? Senza significative variazioni del tasso d’inflazione rispetto al +1,9% del 2021, la stima per il 2022 è di una crescita dei consumi pari a +5% rispetto all’anno precedente, riportando i livelli della spesa rivolta a beni e servizi su valori prossimi a quelli del 2019, con un incremento equivalente a circa 30 miliardi di euro in più rispetto al 2021. Non è, però, tutto oro quello che luccica, considerando che da un ritorno a livelli pre-pandemia da Covid-19 potrebbe scaturire un deciso rallentamento a fronte di un elevato aumento dei prezzi al consumo, spinti dalla crescita dei costi energetici.

Considerando che per il 2022 la stima è di un tasso d’inflazione medio annuo compreso tra +4,5% e +5,5%, con un tasso d’inflazione al 5% le ricadute sui bilanci familiari sarebbero pesanti. A parità di volume d’acquisto, infatti, le maggiori spese sarebbero pari a 1.464 euro l’anno in più a famiglia. Non solo. Il tasso d’inflazione non sarebbe percepito con la stessa intensità da tutte le tipologie di nucleo familiare ma avrebbe impatti maggiori su famiglie di pensionati, su quelle numerose e su quelle a reddito basso e medio-basso. Ad esempio, per una famiglia di cinque persone, formata da due genitori e tre figli, il carrello della spesa, a parità di acquisti di beni e servizi, potrebbe aumentare di oltre 2.000 euro l’anno. La parte finale del sondaggio Tecnè sottolinea come le conseguenti strategie di riequilibrio dei bilanci familiari inciderebbero in modo significativo sull’acquisto di beni e servizi comprimibili, determinando una frenata alla dinamica positiva dei consumi che ridurrebbe la crescita attesa, in termini reali, dal +5% al +2%.

Agenzia DiRE  www.dire.it

 

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