Pensioni di invalidità: basta accanirsi contro i più deboli!
In sostanza la Sentenza 152 del 2020 della Corte Costituzionale aveva prodotto due anni fa un aumento di tali pensioni (poco più di 291 euro al mese per il 2022), fino a un massimo di oltre 368 euro, a seconda dell’entità dei redditi conteggiati nell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), fino ad un azzeramento dell’aumento stesso al raggiungimento di un ISEE di 8.583,51 euro. La successiva Circolare n. 107 dell’INPS aveva reso attuativo quanto disposto dalla Sentenza della Consulta.
Ora accade però che quegli aumenti vengano conteggiati nell’ISEE che aumentando a propria volta, può portare in pratica a vanificarli. E questo nonostante la Legge 89 del 2016 abbia escluso con chiarezza dal conteggio dell’ISEE «i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari percepiti da amministrazioni pubbliche in ragione della condizione di disabilità».
«Stiamo già attivandoci – informa il Presidente della FISH – nei confronti dell’INPS e dell’Agenzia delle Entrate, ma anche del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, e pensiamo ad un Interpello urgente per capire esattamente da dove arrivi questa procedura e valutare in quale modo agire per riparare a una situazione che, va ribadito, riteniamo del tutto inaccettabile».