Bassetti: “Entro l’estate Omicron ci contagerà tutti”.

L’infettivologo del San Martino di Genova: “Entro primavera l’immunità di gregge. Se arriva un vaccino contro Omicron, lo dovremo fare una volta all’anno”.

ROMA – “Stiamo uscendo dalla quarta ondata. L’indicatore più importante è quello dei ricoveri in terapia intensiva. Se guardiamo i ricoveri nella settimana scorsa, su cinque giorni, per tre abbiamo avuto il segno meno. C’è un’alta circolazione del virus in Italia, Omicron si sta prendendo completamente la scena. Oggi Delta rappresenta una piccola parte dei casi“. Così il direttore della Clinica malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, ospite di ‘Non Stop News’, su Rtl 102.5, con Giusi Legrenzi, Enrico Galletti e Massimo Lo Nigro.

“IMMUNITÀ DI GREGGE ENTRO LA PRIMAVERA”

“Non credo ci sia nulla di male nel vaccinarsi una volta all’anno – prosegue il medico – Se avremo un vaccino evoluto, che copra Omicron, ci dovremo vaccinare una volta all’anno. Se ci diranno che per i primi due dovremo vaccinarci due volte all’anno, non ci vedo nulla di male. Omicron è più contagiosa ma meno aggressiva. Colpirà tutti: dovranno farsene una ragione i non vaccinati. Tutti prenderanno la variante Omicron entro l’inizio dell’estate – afferma Bassetti – Entro fine inverno-inizio primavera avremo senza dubbio l’immunità di gregge. Sia la vaccinazione che l’immunità naturale (dopo la guarigione) sono in grado di difenderci dalle forme gravi. Poi, se anche ci contageremo due volte all’anno (con sintomi influenzali), non credo sia un problema. Il rischio resta per chi finisce in ospedale“.

LA ‘BUROCRAZIA DA COVID’

Sulla decisione dell’Emilia Romagna, sui tamponi fai da te per inizio e fine dell’isolamento (per chi ha fatto la terza dose) Bassetti aggiunge che “tutti i provvedimenti che vanno verso la semplificazione sono saggi. Siamo prigionieri di leggi, abbiamo burocratizzato troppo il Covid. Questa decisione porta a una semplificazione su temi complicati eccessivamente dal governo. I morti sono tanti perché negli ospedali ci sono molti pazienti entrati tra fine dicembre e inizio gennaio, molti di loro sono finiti in terapia intensiva – sottolinea l’infettivologo -. Guardando i numeri però serve differenziare chi è arrivato in ospedale per polmonite da Covid e chi per altre ragioni, ma nel frattempo è risultato positivo. I secondi non hanno nulla a che vedere con i primi”.

“CAMBIARE IL BOLLETTINO, COSÌ NON HA SIGNIFICATO”

Lo stesso ragionamento andrebbe fatto anche per i numeri contenuti ogni giorno nel bollettino: “Se vogliamo tenere il report giornaliero teniamolo, se qualcuno ha la libidine di leggere i numeri quotidianamente. Ma i numeri che diamo oggi non hanno più significato. Tra i positivi, oggi, rientrano anche soggetti che magari positivi al Covid lo erano già il giorno prima. Poi diamo i numeri dei ricoveri senza differenziare chi ha la polmonite da Covid e chi è in ospedale perché si è rotto un braccio. Spero che il Cts apporti al più presto delle modifiche, ma dubito lo farà”, conclude Bassetti.

Agenzia DiRE  www.dire.it

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