Sanità, Nursing Up De Palma: «Continuano a infettarsi oltre 1500 operatori sanitari in più al giorno, in appena 24 ore si registrano 1566 nuovi contagiati. Regioni sempre più a rischio paralisi per carenza di personale. Tocchiamo quota 100mila unità».
Non possiamo essere affatto soddisfatti, però, sostiene Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, dei tempi così logoranti con cui è perdurata questa situazione di emergenza, così come in tanti altri territori, dove da mesi, come organismo che tutela i diritti dei professionisti sanitari, denunciamo in modo veemente la disorganizzazione di un sistema arrivata all’acme, per carenza di personale e inadeguatezza delle strutture.
Cosa ci hanno insegnato due anni di pandemia? E’ davvero lecito chiedercelo!
Mentre attendiamo con fatti concreti, che si realizzino le assunzioni che il nostro sindacato chiede da tempo e che in queste ore la Regione avrebbe promesso, in Toscana, così come in altri territori “in profonda crisi”, per dare un filo di respiro alla cronica mancanza di professionisti alle prese con turni massacranti ed una recrudescenza di contagi che non tende a placarsi, vorremmo ricordare alla politica che i numeri da maglia nera della Toscana non sono certo un fatto recente.
Perché allora nessuno ha previsto in tempo una riorganizzazione del sistema sanitario prima che il mare agitato generasse un’onda anomala? E, più in generale, perché la maggior parte delle Regioni, pur consapevoli delle gravi carenze di personale che le affliggono in via strutturale, arrivano all’acme del disagio prima di varare provvedimenti organizzativi di tal genere?
Vogliamo ricordare o no ai nostri Governatori che il Nursing Up, da mesi, negli incontri con gli esponenti delle Regioni, con proteste, con le mobilitazioni, con le lotte di piazza, con i sit-in, continua a rimarcare che alla carenza strutturale di operatori sanitari nelle Regioni, se ne sono aggiunti altri, nelle ultime settimane con l’acuirsi dell’emergenza, a causa dei contagi degli infermieri?. Senza dimenticare i professionisti venuti meno per pensionamenti, rispetto ai quali è mancato il ricambio.
Con l’aumento dei ricoveri, partendo dalla base della carenza strutturale di professionisti, rischiamo di toccare in Italia le oltre 100mila unità di professionisti mancanti all’appello.
Oggi gli italiani devono più che mai conoscere fino in fondo quello che sta accadendo nelle regioni, e solo da ultimo in Toscana, perché i punti nodali dei problemi della sanità locale richiamano a una serie di problematiche che seppur differenti, da Regione a Regione, riguardano in modo ahimè capillare tutto il nostro Paese e sono legate da un sottile filo conduttore, continua De Palma.
La situazione della sanità toscana ne è la rappresentazione plastica: nell’area Sud Est (Siena, Arezzo, Grosseto), così come quella nell’area Nord Ovest (Livorno Lucca) la carenza di personale ha toccato livelli elevati di pericolosità, tra infermieri costretti a casa per nuove infezioni, quasi tutti vaccinati con terza dose, ferie invernali sospese da ben due anni, e reparti ordinari che vanno letteralmente in tilt per un più che discutibile piano di riconversione, rispetto al quale purtroppo non c’è alternativa, vista la carenza di personale.
Un esempio su tutti? A Siena i reparti di oculistica e ortopedia sono oggi totalmente bloccati. Mentre nell’area sud est il sistema di tracciamento è solo un lontano ricordo.
In questo quadro desolante, che accoglie altrettante, analoghe, realtà sul territorio nazionale, qualcuno ha forse pensato al bene dei cittadini?
Tutti siamo oggi chiamati a riflettere su una evidenza, e cioè che l’insipienza politico-gestionale, a qualsiasi livello essa si presenti, ricade, inesorabilmente, sui malati e sui soggetti fragili nel pieno di una quarta ondata che non ci concede tregua», chiosa De Palma.