ROMA – “Abbiamo sempre più bisogno di normalità e quindi tutto ciò che frena o rinvia questa normalità sarà sempre più oggetto di insofferenza. Il fatto che ci siano gruppi di persone non aderenti alla collettività genera il pericolo di ulteriori infezioni e varianti e aumenta anche il senso di pericolo percepito dalle persone”. Sono questi i sentimenti e i desideri che accompagnano la fine del 2021 degli italiani secondo Claudio Mencacci, psichiatra e direttore emerito del dipartimento di Salute mentale dell’ospedale Fatebenefratelli Sacco di Milano.
“È UNA GUERRA DI LOGORAMENTO”
“L’insofferenza- spiega lo psichiatra- da un lato è legata al perdurare di questa situazione, è una guerra di logoramento, dall’altra è rivolta a chi non è solidale né empatico, a chi fa prevalere le proprie scelte individuali (dettate da paure o da convinzioni psicopatologiche) danneggiando tutti. Siamo arrivati al limite della sopportazione per le scelte di una minoranza che attualmente pesano su quelle di tutte le altre persone. Chi non si è vaccinato- ribadisce Mencacci- in questo momento sta mettendo a repentaglio il bene percepito con maggiore intensità, la salute di tutti. Così è aumentata la diffidenza, perché sono sempre meno le persone che dichiarano la propria positività e per questo stiamo ricominciando ad avere paura. Quest’ultima comporta sempre due conseguenze possibili: il ritiro sociale, l’isolamento da una parte, la rabbia dall’altra”.
“DECISIONE NO VAX SEMPRE PIÙ INACCETTABILE”
“I vaccini- tiene a ricordare lo psichiatra- hanno consentito comunque di vivere oggi una condizione migliore di quella che avrebbe potuto essere, restano lo strumento che permette alle persone di avere una vita professionale e parzialmente sociale. Motivo in più per cui chi non si vaccina non compie una scelta di libertà, ma impone una decisione considerata sempre più inaccettabile“, conclude.
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