LAVORO. FASSINA: AFFRONTARE CAUSE STRUTTURALI DELLE DELOCALIZZAZIONI.

(DIRE) Roma, 12 dic. – “Anche dopo l’ennesimo caso di delocalizzazioni, la Caterpillar a Jesi, sono arrivate puntuali le grida indignate di tanti leader politici e sindacali e invocazioni al Governo per varare il presunto salvifico Decreto in gestazione da 6 mesi, un insieme di norme di carattere prevalentemente simbolico finalizzate ad evitare almeno le forme più infami di comunicazione dei licenziamenti. Forse, sarebbe utile incominciare a indicare e affrontare le cause strutturali delle delocalizzazioni, della svalutazione del lavoro e della conseguente disuguaglianza: tra esse, la numero uno è il dumping sociale e fiscale alimentato dal mercato unico europeo”. Lo scrive su Facebook il deputato di LeU Stefano Fassina. “È un mercato che mette in competizione, senza alcun filtro, lavoro a 300 euro al mese con lavoro da dover pagare almeno 4 volte tanto, prosegue Fassina. È un mercato che mette in competizione aziende tassate secondo un minimo di giustizia sociale con aziende tax free collocate in paradisi fiscali dentro l’Unione europea. Invece di rassegnarsi al mercato, considerato fenomeno naturale e non, come è, prodotto politico, andrebbe portata l’offensiva a Bruxelles. Vanno costruire alleanze con i governi dei grandi Stati europei più industrializzati e a welfare decente, dove è sempre più grave l’impoverimento del lavoro. L’obiettivo deve essere la radicale correzione delle Direttive di totale libertà di movimento di capitali, servizi, merci e persone. Altrimenti- conclude- la richiesta e l’arrivo di Decreti anti delocalizzazioni diventa una presa in giro di lavoratrici e lavoratori”.

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