SCUOLA. ROMA, LAVORATORI SCIOPERANO PER INVESTIMENTI E RINNOVO CONTRATTO.
“Non vogliamo solo il rinnovo del contratto, vogliamo il rinnovo della nostra dignità”, è la frase gridata al microfono da una docente alla partenza del corteo, che sembra riassumere le tante rivendicazioni delle migliaia di persone in piazza.
Docenti, dirigenti scolastici, personale ATA, tecnici, ma anche tanti studenti e studentesse, che sono scesi al loro fianco per dimostrare che si tratta di una lotta comune.
“Dopo due anni di pandemia in cui abbiamo sentito palate di retorica sull’importanza della scuola pubblica, dopo 20 anni di tagli alla scuola e di riforme che sono state un massacro per lo Stato, ci aspettavamo un’inversione di tendenza- ha detto Francesco Sinopoli, segretario FLC CGIL- Ci aspettavamo che quello che è chiaro a tutti, cioè che la scuola è indispensabile, fosse chiaro anche a chi governa oggi. Pensavamo che questa volta alle parole seguissero i fatti, speravamo che la legge di bilancio avrebbe avuto il coraggio di risarcire la scuola di 20 anni di massacri, ma non è stato così”.
Sinopoli, senza mezzi termini, definisce il trattamento subito dal governo come un insulto diretto al mondo della scuola.
“L’avevamo già intuito questa estate- continua- quando il governo dei migliori ha deciso che non servivano più gli organici aggiuntivi per ridurre le classi sovraffollate, che non servisse un investimento serio per la riapertura in presenza. Ed ora ne abbiamo la conferma con la legge di bilancio da 33 miliardi, che non destina niente alla scuola pubblica, se non qualche briciola, ed insulta così tutto il personale della scuola. È finito il tempo di accontentarsi, vogliamo un aumento degli stipendi per colmare l’odioso divario col resto dei lavoratori pubblici e il resto d’Europa, e ci aspettiamo più di un miliardo di euro nel fondo per il rinnovo del contratto”.
Il segretario ha poi lanciato un’invettiva contro le altre sigle sindacali, Cisl in particolare, che non hannno preso parte allo sciopero di oggi, né parteciperanno a quello generale indetto per la prossima settimana. “Non mi era mai capitato di sentire addirittura i sindacati che invitano a non scioperare- ha detto Sinopoli- quando è proprio questo il momento della partecipazione democratica. Sappiamo che le democrazie muoiono se non si sciopera, se non si protesta. Dobbiamo rivendicare che lo sciopero è lo strumento per cambiare il paese. E questo è solo l’inizio, dobbiamo riappropriarci degli strumenti della partecipazione, perché le cose si cambiano solo dal basso, se si occupano le scuole, se ci si fa sentire”.
Al corteo c’era anche il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, che ha detto che “la scuola ancora una volta, incredibilmente, non è al centro delle politiche pubbliche. È incredibile perché dopo due anni di pandemia, in un mondo che deve essere ricostruito senza tornare alla normalità, dovrebbe essere facile capire che la scuola è il veicolo principale per costruire una società migliore”.
“Come studenti e studentesse siamo scesi in piazza oggi perché la lotta dei lavoratori della conoscenza è anche la nostra lotta- ha detto Luca dell’Unione degli studenti- la lotta per la dignità della scuola, per degli investimenti reali, per ricostruire tutti insieme l’idea di una scuola diversa, è anche la nostra lotta”.