CINGHIALI. COSÌ CON QUELLI ABBATTUTI SI AIUTANO FAMIGLIE POVERE.
Per attuare i Piani di controllo, riepiloga l’atto approvato a Palazzo D’Accursio, la Città metropolitana si avvale della collaborazione di privati (ad esempio i proprietari dei terreni interessati dalla presenza dei cinghiali) muniti di licenza di caccia, i quali devono conferire le carni degli animali abbattuti ai Centri di lavorazione abilitati. Al netto dei costi sostenuti da questi Centri, gli stessi privati possono ritirare le carni lavorate che sono destinate unicamente all’autoconsumo, mentre l’eventuale commercializzazione è consentita solo ai Centri di lavorazione. Il protocollo sperimentale, dunque, prevede che i privati destinino il 25% delle carni ritirate ad enti di beneficenza, empori di solidarietà e altre strutture di questo genere individuate dalla Città metropolitana. In alternativa, i privati possono versare 30 centesimi di euro per chilo di carne.
Gli Empori solidali del Comune di Bologna hanno optato per il riconoscimento economico, spiega il provvedimento di Palazzo D’Accursio, pertanto la Città metropolitana ha dato indicazione ai privati di trasferire le somme direttamente al Comune. In diverse tranche, quindi, nel 2021 l’amministrazione ha incassato finora 601,01 euro: somma girata alla rete degli Empori per supportare il reperimento dei beni per le famiglie.
Agenzia DiRE www.dire.it