ROMA – “Trovo di grande significato che in vista del 14 novembre, Giornata mondiale del diabete, le Istituzioni si occupino di uno dei grandi temi che affrontiamo nella sfida alle cronicità. In Italia, l’Istat ci dice che negli ultimi 20 anni le persone con diabete sono aumentate di circa il 60 per cento, passando dal 3,8 per cento della popolazione al 5,8 per cento, cioè oltre 3 milioni e mezzo di persone. Un numero impressionante al quale dovremmo poter aggiungere circa 1 milione di persone che hanno la malattia ma ancora non ne hanno consapevolezza”. Lo scrive il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, in un messaggio inviato alla conferenza stampa dal titolo ‘La persona con diabete e la sfida della gestione della cronicità: dalla medicina territoriale alla sanità digitale’. L’evento è stato organizzato al Senato presso la sala Caduti di Nassirya.
Costa ha aggiunto: ‘’Se c’è un esempio di sfida alle cronicità, il diabete ci chiama all’appello. E credo che Fand, l’Associazione Italiana Diabeteci, stia facendo un lavoro al quale prestare molta attenzione. Mettere intorno al tavolo società scientifiche, specialisti, medici di medicina generale, pazienti e decisori è la strada. Attendiamo con curiosità e valuteremo con attenzione il documento di Consenso che il tavolo elaborerà, consapevoli che dobbiamo rafforzare il rapporto Ospedale-territorio, rivedendo se è il caso i percorsi terapeutici’’.
L’esponente del governo ha poi continuato: ‘’Troppo spesso il diabete viene scoperto per caso, in seguito a un evento acuto, quando il paziente ha bisogno del ricovero. Non è pensabile avere ancora statistiche che ci dicono che il paziente diabetico ‘si perda’, ossia finisca per dimenticare la patologia, continuando a ignorarla così come aveva fatto inconsapevolmente in precedenza, ma purtroppo scompensandosi ulteriormente’’.
Secondo Costa ‘’è necessario prevedere una campagna straordinaria di screening emerga un sommerso da un milione di cittadini inconsapevoli. La figura del medico di medicina generale, anche nella diagnosi precoce, deve avere una centralità perché nessuno meglio di lui conosce il paziente, i fattori di rischio a cui è esposto, il rispetto dei controlli periodici e l’adozione di stili di vita che possano favorire un buon compenso della malattia’’.
Il sottosegretario alla Salute ha infine dichiarato: ‘’Considero l’educazione e la prevenzione fondamentali. Bisogna partire dalle scuole, dall’educazione alimentare che, insieme all’attività fisica, è la prima forma di prevenzione. Credo che gli investimenti in innovazione e tecnologia previsti nel Pnrr possano essere un aiuto determinante. Rinnovo dunque il mio impegno e attendo il documento di consenso dei pazienti, perché è a loro che deve essere rivolta la nostra azione’’.
PAOLA BOLDRINI: “INTERGRUPPO PARLAMENTARE CRONICITÀ TUTELA ANCHE DIABETICI”
“Oggi siamo qui insieme alla collega Rizzotti, abbiamo inaugurato un intergruppo della cronicità, un intergruppo parlamentare, strumento necessario per mettere in evidenza le problematiche di chi ha una malattia di tipo cronico, quindi anche il paziente diabetico”, ha detto la senatrice Paola Boldrini, vice presidente della 12ª Commissione Igiene e Sanità del Senato. La senatrice Boldrini ha sottolineato che “si tratta di uno strumento importante perché, seppur adottato già nel 2016 da molte Regioni, questo Piano nazionale della cronicità ancora non ha prodotto gli effetti che noi volevamo. Un piano che è stato studiato in ogni sua parte, quindi a partire dalla prevenzione fino ad arrivare proprio alla presa in carico del paziente, di tutti i pazienti cronici, e ribadisco anche dei pazienti diabetico. Un piano che deve essere poi messo in pratica dalle Regioni”.
Boldrini ha precisato che “qui nascono i primi problemi. Questo strumento, che serve per attenzionare, può diventare anche una sorta di osservatorio per verificare cosa si stia producendo in determinate regioni. Ed è per questo che noi stiamo facendo una serie di audizioni con tutte le associazioni di pazienti, anche con i referenti territoriali. Abbiamo ascoltato anche Federsanità di Anci, perché gli enti locali sono molto importanti. Tra loro anche i sindaci, responsabili della salute dei loro cittadini e quindi anche loro devono tenere in considerazione che una promozione degli stili di vita qualitativamente più elevati fa prevenzione ed è, dunque, molto importante”. La senatrice Boldrini ha infine informato che “questo intergruppo intende facilitare un aggiornamento del Piano nazionale della cronicità, per avere una maggiore snellezza nella prassi burocratica anche per i pazienti diabetici, oltre ad un lavoro di governance per i Pdta e per tutto quello che attraverserà la vita del paziente ed una collaborazione indiscussa con il medico di medicina generale, in maniera collaborativa ed interprofessionale per la continuazione della presa in carico con scambio di informazioni importanti”.
RIZZOTTI: “COVID HA COMPLICATO LE SFIDE ALLA CRONICITÀ”
“Il Covid ha messo in luce un sistema incancrenito e ha evidenziato il distacco tra una medicina del territorio – sempre più ridotta negli anni – e quello che invece era il livello centrale. Quindi, la mancanza di coordinamento tra ospedale e medicina del territorio. Credo che questo sia un prezzo che noi abbiamo pagato e che stiamo ancora pagando. Ritengo, e lo dicono anche i numeri, che il prezzo che noi abbiamo pagato in questi quasi due anni di Covid sarà notevolmente aggravato su tutto ciò che è stata la mancata assistenza ai pazienti cronici. Parliamo dei cardiopatici, parliamo degli oncologici e parliamo dei diabetici”. Lo ha detto la senatrice Maria Rizzotti, componente della 12ª Commissione Igiene e Sanità del Senato, introducendo i lavori della conferenza stampa. Rizzotti ha sottolineato che “da medico è davvero una sofferenza sapere questo, perché l’Italia è stata tra i primi paesi in Europa a dotarsi di un piano nazionale per il diabete nel 2013, piano poi preso anche ad esempio come organizzazione di rete con il paziente al centro. Adesso si parla tanto di paziente al centro, ma quasi 10 anni fa era qualcosa di più innovativo”.
La senatrice Rizzotti ha poi aggiunto: “Peccato che poi tutto quello che doveva essere il paziente al centro, seguito dal medico di medicina generale, dallo specialista, dall’ospedale anche nel caso di complicanze, è stato realizzato solo in parte, perché, purtroppo, abbiamo una sanità a macchia di leopardo, dove non tutte le regioni hanno recepito le linee guida del piano nazionale per il diabete”. Rizzotti ha quindi spiegato che “ora abbiamo finalmente a disposizione questi soldi per riorganizzare e modernizzare il nostro Sistema sanitario nazionale. Avere una medicina gratuita universalistica è da pochi paesi al mondo ma, come tutte le aziende sanitarie che devono essere organizzate a seconda degli anni, dopo quarant’anni credo che un’azienda che non si riorganizza è morta, è cotta. A maggior ragione un sistema sanitario che con l’invecchiamento della popolazione come nel nostro paese o nel mondo occidentale in generale, con le aspettative di vita diverse, con le aspettative di cura diverse, deve assolutamente essere riorganizzato e modernizzato. Ci vogliono una visione ed una programmazione che, negli anni scorsi, sono mancate”. Rizzotti si è poi soffermata sull’importanza della sanità digitale nell’assistenza ad un paziente diabetico. La senatrice ha dichiarato che “anche l’aderenza terapeutica stessa è una cosa fondamentale che può essere seguita con una App. Certamente su questo ci vuole una formazione, innanzitutto da parte dei medici di famiglia. Della sanità digitale si parla ancora da almeno cinque anni. Nella legge di bilancio del 2017 sono stati stanziati i soldi per il fascicolo sanitario elettronico che avrebbe dovuto essere realizzato entro dicembre del 2017. Dopo cinque anni saranno 7 o 8 le regioni che ne fanno uso”. Rizzotti ha precisato che “la digitalizzazione è impensabile finché noi avremo non solo da regione a regione, ma anche nell’ambito della stessa regione, da una Asl e l’altra, dei sistemi informativi che non possono parlarsi perché diversi”. La senatrice ha infine posto l’attenzione su “una cosa semplicissima che può aiutare la vita delle persone. Mi riferisco alla distribuzione dei farmaci durante l’orario scolastico si bambini che hanno il diabete, una cosa assolutamente semplice che però giace sul tavolo di qualcuno al ministero nonostante sia sollecitata da molto tempo. Non c’è la presa in carico e l’assunzione di responsabilità per la distribuzione di un farmaco”, ha concluso.
Agenzia DiRE www.dire.it