Frosinone: avanti con il percorso archeologico.
Negli ultimi decenni sono state rinvenute numerose testimonianze di insediamenti antichi; a questi si aggiungano siti di recente ritrovamento, grazie anche al potenziamento della tutela attuata dalla normativa archeologica preventiva e alla attenzione dell’Amministrazione Comunale.
Al momento si presentano, lungo il tratto del percorso della vecchia strada romana -via Latina- che attraversa la parte bassa della Città, diverse testimonianze di interesse archeologico, come l’area suburbana di Ponte del Rio in prossimità della rotatoria all’incrocio tra Via Casilina e Via Volsci; le aree ricadenti in località De Matthaeis, lungo Via San Giuseppe, su viale Roma e in prossimità del Ponte Romano. È quindi opportuno procedere alla valorizzazione dei siti archeologici, tenendo conto del contesto ambientale delle zone ricadenti lungo le sponde del Fiume Cosa, rendendole fruibili e accessibili anche per la salvaguardia della fascia di rispetto (necessaria ad assicurare la manutenzione dell’asta fluviale). In tale circostanza sarà inserita nel contesto ambientale anche la parte naturalistica lungo il fiume Cosa denominata “Lo Schioppo”.
Diverse e di pregio le testimonianze storiche presenti nelle zone citate. Si inizia con l’area archeologica di Ponte del Rio, indagata a partire dal 2018, che presenta resti del “tracciato glareato” dell’antica via Latina, monumento funerario di età romana in blocchi di travertino e cementizio, calcara post antica e tratto della ferrovia Roma-Frosinone (via Fiuggi), passando per l’area archeologica de Matthaeis, indagata dopo l’anno 2000, che presenta strutture di epoca protostorica e di epoca romana.
E ancora, l’area archeologica della sponda del fiume Cosa, indagata a partire dal mese di marzo 2021, che presenta i resti di un edificio termale di epoca romana medio-imperiale che conserva parte delle originarie pavimentazioni musive e dei rivestimenti parietali marmorei degli ambienti; e ancora, l’area archeologica di viale Roma e del Ponte Romano, che presenta l’Antico Fontanile ricostruito nel 1774 da Giovanni Battista Bussi de Pretis.
La riqualificazione di tali aree dovrà prevedere la fruibilità delle medesime tramite la progettazione di un percorso archeologico che potrà includere in prospettiva anche i siti noti della città alta (viale Roma, via Ferrarelli, tomba S. Angelo e, naturalmente, il Museo Archeologico). Lo stesso percorso diventerà così elemento di trasformazione di spazio e di unione dei quartieri, luogo identitario nel quale i cittadini si riconoscono nella propria storia tramite una rete di relazioni tra passato e presente.
È stato quindi dato mandato al Dirigente Tecnico in collaborazione con il Dirigente del Settore Affari Generali di adottare in via preventiva tutte le attività necessarie e conseguenti per il conseguimento della disponibilità delle aree.