ROMA – Proteste in tutta Italia in occasione del Green Pass day, la certificazione obbligatoria sui luoghi di lavoro attiva da oggi in tutto il Paese. Molte le manifestazioni da Nord a Sud ma, a differenza degli scontri registrati sabato in centro a Roma, finora non ci sono stati tafferugli. Il fulcro della protesta è quella organizzata dai portuali di Trieste, da giorni sul piede di guerra, a cui si sono subito associati i colleghi di Genova. Dal Trentino alla Sicilia la musica non cambia, i manifestanti precisano nei cori che “La gente come noi non molla mai”, invocano la “libertà” e accusano: “siamo in una dittatura”.
Sulle chat telegram di riferimento sono molti i video pubblicati che testimoniano la grande partecipazione nella protesta. Bandiere, cori e canti, oltre a qualche cartello contro la CGIL, Draghi e “la dittatura sanitaria”. A Milano il presidio dei no Green pass si è ritrovato all’Arco della Pace, presenti anche molti giovani che già in metro intonavano cori a favori dei portuali di Trieste. Il Circo Massimo a Roma è stato invece il teatro della manifestazione delle Sentinelle della Costituzione guidate dall’avvocato Edoardo Polacco. Qualche migliaio i presenti, ben più dei mille inizialmente previsti dagli organizzatori. Folta partecipazione anche a Trento, Udine, Verona, Lucca, Bologna, Cagliari. A Bolzano i manifestanti hanno sfilato con copie della Costituzione precedute da bara: “E’ morta la Costituzione”. Molto solidale, nonostante la distanza, Messina dove lo slogan più usato è stato ‘Trieste chiama, Messina risponde’.
A ROMA MANIFESTAZIONE NO GREEN PASS AL CIRCO MASSIMO. ATTACCHI ALLA STAMPA
Si professano “sentinelli della Costituzione” e “non contrari al vaccino, ma al green pass indiscriminato” i manifestanti giunti al Circo Massimo a Roma per protestare contro la certificazione verde obbligatoria sui luoghi di lavoro, al via oggi in Italia.
Tra la folla c’erano bandiere blu di Italexit e altre a favore dell’avvocato Edoardo Polacco, organizzatore della manifestazione e noto per aver difeso alcune delle mamme di Bibbiano. Il clima è stato sereno, molto diverso rispetto a quello visto sabato quando la protesta dei manifestanti aveva raggiunto Palazzo Chigi, partendo da piazza del Popolo. Non sono però mancate le critiche alla stampa “complice di stragi”; qualcuno ha sbandierato una foto di Giuseppe De Donno, il primario del plasma iperimmune morto a fine luglio e divenuto ora eroe dei manifestanti. Un altro protesta indossava una maglia in cui la parola ‘Covid’ era acronimo di: Confondere, Occultare, Vigilare, Intimidire, Distanziare.
LE ACCUSE ALLA STAMPA: “SCIACALLI E TERRORISTI”
Sciacalli, terroristi e complici. Ancora accuse alla stampa, rea di foraggiare “la dittatura da Covid“. I manifestanti giunti al Circo Massimo per protestare contro il green pass obbligatorio sui luoghi di lavoro si sono scagliati su alcuni giornalisti e videomaker presenti. “Giornalisti terroristi” cantavano, altri consigliavano loro di “andare via da qua, non vi vogliamo. Stiamo in questa situazione grazie a voi, perché vi hanno pagato“. Inutili i tentativi della stampa di costruire un dialogo coi manifestanti. “Mercenari venduti, avete distrutto un Paese” la loro risposta.
LE MANIFESTANTI OFFRONO ROSE ALLA POLIZIA
“Un gesto di pacificazione nazionale”. Così è stato descritto dagli organizzatori della manifestazione anti green pass al Circo Massimo a Roma il dono di rose gialle e rosa che alcune donne hanno consegnato alle forze di polizia presenti all’evento. Un gesto distensivo dopo gli scontri di sabato tra oppositori del green pass e Forze dell’Ordine.
L’AVVOCATO POLACCO: “SIAMO DIECIMILA”
“Avevamo chiesto alla polizia una piazza per circa mille persone ma alla fine il Questore ha avuto ragione. Siamo diecimila, non mille”. Così l’avvocato Edoardo Polacco, organizzatore della manifestazione anti green pass in corso al Circo Massimo a Roma. “A differenza dei politici e i sindacalisti, che raccontano fandonie, noi raccontiamo i fatti. Siamo nei tribunali italiani per difendere il diritto del lavoro“.
“ASSALTO ALLA CGIL? OPERA DI QUATTRO FACINOROSI”
Polacco ha proseguito facendo riferimento alla protesta di sabato scorso: “Fino all’altro giorno i sindacati erano scomparsi, se non ci fossero stati quattro facinorosi nessuno si sarebbe ricordato di loro e nemmeno di dove fosse la sede della Cgil“. Con la piazza che va in estasi. E infine un ricordo “per i nostri eroi, i medici che non hanno ucciso i pazienti. Alziamo gli occhi al cielo e rivolgiamo un pensiero al professor De Donno”, propone l’avvocato tra gli applausi scroscianti dei manifestanti.
Agenzia DiRE www.dire.it