Nel giorno delle proteste No Green pass Alitalia non c’è più… è Ita.

L’editoriale del direttore Nico Perrone, per Dire Oggi.

Mentre in varie piazze e porti italiani il popolo No Green pass e No a tutto sta protestando finora pacificamente e, per la verità, con presenze non molto numerose, la giornata segna l’addio di Alitalia, la compagnia di bandiera il cui logo da oggi finisce nel cassetto dei ricordi. Da oggi si vola con Ita Airways, così il nome della nuova azienda nata sulle ceneri della vecchia, che al momento continua ad usare comunque il vestiario e i banchi tradizionali in attesa di rinnovare tutto.

Protestano i lavoratori della vecchia Alitalia, ben 8mila sono rimasti fuori e senza lavoro, gioisce e fanno arrabbiare il Parlamento le dichiarazioni dei nuovi dirigenti. Ita Airways e il logo Alitalia, acquisito ieri per 90 milioni, sarà valorizzato “perché nome logo e brand fanno la sintesi dell azienda… ciò detto nasciamo completamente nuovi” ha detto Fabio Lazzerini, amministratore delegato di ITA- Italia trasporto aereo, spiegando che “il marchio Alitalia lo accompagneremo per un po’ di tempo per poi lanciare il nostro. L’acquisto del brand Alitalia è stato deciso per non disperdere l’identità, il brand doveva rimanere in Italia“, ha detto ancora Lazzerini, “in questi giorni tutto sarà Alitalia, su aerei, divise e banchi aeroportuali”, ma per quanto riguarda ‘Ita Airways’ “gli spot avranno questo nome, un nome che che guarda avanti”.

Ma è stato il presidente Alfredo Altavilla a scatenare la rabbia della politica. Nella neonata Ita-Airways, ha detto Altavilla “abbiamo già avuto ingerenze politiche, tutte respinte”, perché “non ritengo di dover avere nessun obbligo verso nessuno, tranne i miei azionisti”. L’unica cosa a cui si deve puntare, dice Altavilla, è “dimostrare ai contribuenti italiani, che sono gli azionisti, che saremo attenti al loro capitale“.

Per quel che riguarda il contratto di lavoro del personale Ita-Airways “sono assolutamente fiducioso che riusciremo a trovare un accordo con i sindacati” ha sottolineato il presidente Altavilla: “Mi rammarica essere arrivato alla partenza della compagnia senza un accordo ma sono assolutamente fiducioso che i passi avanti fatti ci permetteranno al più presto di tornare a sederci al tavolo con i sindacati per un accordo” ha chiuso sul punto.

Ma non sarà facile: “Per quanto ci riguarda – ha fatto sapere la Cisl- dopo mesi estenuanti di proteste praticamente quotidiane, possiamo dire di non essere stati ascoltati: 8mila lavoratori sono in esubero sul territorio nazionale, e il 90% di queste famiglie lavora e vive a Roma e nel Lazio. Continueremo a protestare, per la tutela dei lavoratori diretti e dell’indotto. Anche oggi siamo in protesta a Fiumicino”.

Dura anche la protesta del Pd: “Il presidente Altavilla abbia rispetto per il Parlamento. Le sue esternazioni su ‘presunte ingerenze della politica’ sono inaccettabili” hanno detto Debora Serracchiani, presidente del gruppo Pd alla Camera e Davide Gariglio, capogruppo Pd in Commissione Trasporti di Montecitorio. “Se parla di ingerenze indebite, o peggio illecite, lo circostanzi subito. Se invece si riferisce alle richieste contenute nella mozione approvata dalla Camera dei deputati martedì 5 ottobre (tra cui vi è la richiesta di addivenire ad un contratto aziendale di lavoro, di rispettare le norme di legge sulle assunzioni e di attenersi alle previsioni del contratto nazionale di settore) allora tale affermazione denoterebbe un disprezzo verso la politica e le Istituzioni inaccettabile da parte di un amministratore di un’azienda di Stato”, hanno concluso i deputati Dem.

Per quanto riguarda la politica nazionale c’è forte attesa dei ballottaggi di domenica e lunedì, che decideranno i nuovi sindaci delle grandi città italiane. Occhi puntati sulla Capitale dove, dopo la bocciatura della sindaca uscente, Virginia Raggi, se la giocano Michetti candidato da Giorgia Meloni per il Centrodestra, e il Dem Gualtieri per il Centrosinistra. Michetti è avanti ma le sue continue gaffe, di oggi e del passato, hanno creato imbarazzo. Su Gualtieri è arrivato il sì convinto del leader di Azione, Carlo Calenda, arrivato terzo, e di Giuseppe Conte, presidente del M5S, mentre la ‘grillina’ bocciata, Virginia Raggi, non perde occasione per dire che lei farà opposizione. Ma è il Centrodestra in difficoltà, soprattutto dopo le polemiche nate sulla presenza di esponenti neofascisti in Fratelli d’Italia e per alcune vecchio dichiarazioni di Michetti (‘per gli ebrei c’è stata più pietà perché avevano le banche’) che hanno suscitato una forte reazione della Comunità ebraica romana. Giorgia Meloni ha cercato di correre ai ripari chiedendo un incontro prima del ballottaggio: “Purtroppo- ha reso noto la leader di Fratelli d’Italia- ci è stato fatto sapere che all’interno della Comunità non tutti erano d’accordo nel portare questa testimonianza alla vigilia delle elezioni”.

Agenzia DiRE  www.dire.it

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