CALDO. COLDIRETTI: IN ESTATE SETTEMBRINA ALLARME SICCITA’.
Cresce il rischio desertificazione lungo la dorsale adriatica con gli invasi di Abruzzo e Molise a secco ed anche nelle Marche le dighe trattengono volumi idrici, inferiori di circa 10 milioni di metri cubi alla media degli ultimi 5 anni e non va meglio in Abruzzo, dove è stato sospeso il servizio irriguo dalla diga di Penne per esaurimento della disponibilità d’acqua. Anche in Umbria – precisa la Coldiretti – le precipitazioni sono inferiori alla media e la diga di Maroggia è ai livelli minimi ed in sofferenza è la Toscana, dove i fiumi scendono tutti sotto media con Serchio ed Ombrone, che hanno livelli ben al di sotto del deflusso minimo vitale. La siccità – rileva la Coldiretti – è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con un danni stimati in media in un miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti. I cambiamenti climatici hanno modificato soprattutto la distribuzione sia stagionale che geografica delle precipitazioni anche se l’Italia – sottolinea la Coldiretti – resta un Paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente dei quali purtroppo appena l’11% viene trattenuto. Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie è stato elaborato e proposto per tempo un progetto concreto immediatamente cantierabile nel Recovery plan – insiste Coldiretti – un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, lungo tutto il territorio nazionale. Il progetto – conclude la Coldiretti – prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto e ottimizzare i risultati finali. L’idea è di “costruire” senza uso di cemento per ridurre l’impatto l’ambientale laghetti in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.
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