Sanità, Nursing Up, continua la trattativa pe r il rinnovo del contratto del Comparto Sanità 2019-2021.
Nella giornata del 7 settembre sono riprese le serrate e delicate trattative per il rinnovo contrattuale del Comparto Sanità 2019-2021.
Nel corso del vertice, si è acceso un proficuo e sereno confronto tra il Presidente del Nursing Up, Sindacato Nazionale Infermieri, Antonio De Palma, e il Presidente dell’Aran, il quale ha sentito il dovere di rispondere subito, in merito ai “temi caldi” che De Palma aveva poco prima sollevato durante il suo intervento.
«Il punto centrale della nostra attenzione, ha esordito De Palma, come sindacato nazionale degli infermieri, è ancora una volta rivolto alla nascita dell’area delle elevate professionalità.
Ribadisco che per noi, dopo mesi di lotte nelle piazze italiane, si tratta di punto nodale da cui non si può prescindere. E tutto questo naturalmente deve viaggiare di pari passo con l’indispensabile tempestività con cui il contratto va chiuso. Anche perchè vanno attribuite, agli infermieri e alle altre professioni sanitarie, le tanto attese risorse economiche che abbiamo conquistato dopo mesi di dure battaglie: riconoscimenti che ci spettano di diritto e che i professionisti della sanità stanno attendendo da fin troppo tempo. Parliamo di quella storica indennità specifica che per noi rappresenta solo la punta dell’iceberg.
«Come Presidente del Nursing Up, racconta De Palma, mi sono sentito in dovere di sensibilizzare il tavolo di confronto, data la priorità, ad affrontare tra i principali argomenti proprio la revisione dell’ordinamento professionale, dal momento che, secondo le indicazioni ricevute dal Comitato di Settore e dallo stesso Ministro Brunetta nella direttiva madre, oltre che dal DL 80/2021 in linea con la tanto attesa riforma della P.A., si tratta di un adempimento ormai imprescindibile.
E proprio secondo le indicazioni del decreto legge 80/2021, dentro a quest’area, dovrà accedere esclusivamente il personale con elevata qualificazione professionale e correlate responsabilità, con l’obiettivo di valorizzare le posizioni e i ruoli non dirigenziali, per i quali siano richiesti i più elevati livelli di autonomia e responsabilità gestionali, e/o le più elevate competenze professionali e specialistiche.
Insomma, ci sono tutte le basi per un contratto della sanità con un alveo autonomo dedicato alle elevate professionalita’ , distinto rispetto alle altre 3 aree funzionali nelle quali dovrebbe trovare collocazione il resto del personale, area alla quale le negoziazioni potranno attribuire, anche se il condizionale è d’obbligo, perchè dipende anche dalle posizioni degli altri sindacati e dell’ARAN, gli importanti profili di autonomia che noi da tempo chiediamo.
Quest’area coincide peraltro con la terza tra le ipotesi della nostra piattaforma contrattuale: e noi lavoreremo affinchè essa prenda corpo.
In attesa di una norma analoga a quella della dirigenza medica, l’area elevate professionalità può e deve essere la collocazione in cui devono trovare spazio gli infermieri e le altre professioni sanitarie non mediche.
In definitiva per il Nursing Up, non conta tanto il nome che sarà dato a quest’area, ma i contenuti che essa esprimerà, prima di tutto, il tanto atteso aumento di stipendio che gli infermieri e le altre professioni sanitarie attendono.
Per noi e’ necessario ricollocare i professionisti sanitari di cui, ai profili professionali indicati dalla legge n 42/1999, nel nuovo ed autonomo ordinamento contrattuale, ottimizzando tale collocazione rispetto all’archetipo contrattuale già esistente per la dirigenza.
E’ necessario rivisitare le attuali procedure di progressione economica per fasce attraverso l’introduzione di istituti che valorizzino la qualità e dell’assistenza.
In questo contesto si cala la già ottenuta “indennità professionale specifica per gli infermieri” citata in premessa, che attesta la particolare valenza e considerazione sociale dell’esercizio professionale infermieristico e della funzione assistenziale, che risulta incardinata alla qualifica professionale posseduta e prescinde dalle dinamiche contrattuali (in quanto attribuita ope legis), se non per la relativa finalizzazione, che come è noto il prossimo CCNL dovrà concretamente realizzare.
Parliamo di una indennità fissa e ricorrente frutto delle battaglie condotte nell’anno 2020 su tutto il territorio nazionale. Nursing Up, peraltro, chiede che le Regioni integrino le risorse economiche destinate a tali citate indennità. Risorse aggiuntive, quindi, per avvicinare gli infermieri italiani alla media dei colleghi dei restanti paesi dell’Europa.
De Palma, nel racconto della giornata non si ferma qui: «E’ indiscutibile che ci troviamo ad un passo dalla svolta, in carenza di una legge dedicata, l’area elevate professionalità prevista dal DL 80/21 ci permette di superare il rigido archetipo indicato sino ad oggi dal dlgs 165/2001, e potrebbe permettere, agli infermieri ed alle altre professioni sanitarie con medesima base giuridica, di approdare, finalmente, ad un alveo ben distinto, dove poter discutere giorno dopo giorno delle nostre specifiche problematiche.
Essere integrati in questa area quindi, significa ottenere un primo importante riconoscimento, in quanto personale di elevata qualificazione e responsabilità: infermieri e professioni sanitarie collocati, come è giusto e come gli compete, all’acme dell’organizzazione contrattuale sanitaria. Come da tempo chiediamo.
Come sindacato partecipiamo a queste trattative con tutta la nostra determinazione, perché questo è il contratto che potrebbe, perché il condizionale è d’obbligo, se prima non conosceremo le posizioni delle altre Organizzazioni Sindacali, essere in grado di sviluppare e valorizzare a pieno le competenze maturate all’interno del servizio sanitario nazionale.
Per il nostro sindacato questo significa, finalmente, valorizzare anche “il lavoro degli infermieri sul campo”, ovvero riconoscere a pieno il valore e la professionalità di quei colleghi che hanno costruito e accresciuto la loro competenza, giorno per giorno, nella quotidianità dei reparti ospedalieri e sul territorio.
Non contino solo i titoli di studio, ma valga anche il peso di quella parte di professionalità e competenza “acquisita attraverso l’esperienza” .
Per Nursing Up, da questi principi non si può prescindere».
Il Referente del Nursing Up per la stampa
Alfredo Iannaccone