VENEZIA – Cosa succede quando due interpreti di talento e dall’ego smisurato vengono ingaggiati per girare un film insieme? Si muore dal ridere. Specie se a interpretare Félix, (una stella di Hollywood maniaca dei social) e Ivan (intellettuale attore di teatro) sono Antonio Banderas e Oscar Martínez. A fare da mediatrice, ma allo stesso tempo ad aumentare involontariamente la competizione tra i due, una vulcanica e sopra le righe affermata regista, interpretata da una Penélope Cruz dalla folta criniera rossa, per la seconda volta in questa edizione al Lido dopo ‘Madres Paralelas’ di Pedro Almodóvar.
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Sono loro i protagonisti di ‘Competencia oficial‘, film in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia presentato oggi alla kermesse. Dietro la macchina da presa due assidui frequentatori del festival, Mariano Cohn e Gaston Duprat, che nel 2016 proprio al Lido presentarono ‘Il cittadino illustre’, grazie al quale Martinez si aggiudicò la Coppa Volpi. Questa volta portano a Venezia una commedia metacinematografica che racconta il dietro le quinte di un set, esasperando, attraverso dei personaggi molto ben caratterizzati e dialoghi esilaranti, il lavoro preparatorio di interpreti e registi.
“Alcune cose che vediamo nel film mi sono capitate veramente. Ci sono attori che urlano prima della scena. La prima volta che mi è successo pensavo fosse una mucca”, ha raccontato Banderas in conferenza stampa al Lido insieme al regista e agli altri due protagonisti della pellicola.
“Gli esercizi preparatori del corpo e della voce li abbiamo fatti e visti fare e aiutano a collocarti nella scena, ma non devi dare fastidio- ha dichiarato Cruz interrogata su quali esperienze fuori dall’ordinario ha vissuto durante la sua carriera- Quando ho fatto ‘Non ti muovere’ non mi sono depilata per tre mesi e sono andata in giro con i denti neri ed era normale. Un’esperienza strana, invece, mi è stata raccontata da un’amica, di cui non farò il nome, a cui un regista ha chiesto di andare da uno psicologo specifico prima delle riprese di un film e quando ci è andata ha scoperto che lo psicologo era lui”.
Nel film a scontrarsi sono due modi molto differenti di concepire il mestiere dell’attore e il mondo del cinema: uno in apparenza ‘corretto’, fatto di lavoro sul personaggio (in stile Stanislavskij), rifiuto di cachet milionari e di premi ‘che riducono l’arte a una competizione sportiva’. L’altro fondato su apparenza, lusso e riconoscimenti. “Abbiamo riso con intelligenza dell’arte- ha spiegato Banderas- Il mio personaggio è maschilista, non mi somiglia. I suoi obiettivi non sono nobili. Di buono però c’è che è trasparente. Iván, invece, è più sibillino, dietro al suo essere politicamente corretto. Il narcisismo non è solo di chi si guarda e si piace, c’è anche un narcisismo intellettuale”.
( Foto Credits La Biennale Di Venezia- ASAC ph G_Zucchiatti)