IL DIRIGENTE DELL’AGENZIA: LE CONFERMANO LE MANIFESTANTI DI HERAT (DIRE) Roma, 3 set. – “Non sono stati 20 anni persi; abbiamo lasciato semi che sono ancora lì: lo hanno confermato ieri le donne di Herat, scese in strada con il burqa ma per chiedere il rispetto dei propri diritti”.Lo ha detto oggi Giovanni Grandi, direttore della sede a Kabul dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics). L’occasione è stata un’intervista all’emittente Rai News 24, dopo la presa del potere da parte dei talebani e il rientro del dirigente e dei nostri rappresentanti diplomatici dall’Afghanistan. “La sede dell’Agenzia non è chiusa, ci siamo allontanati per motivi di sicurezza dopo la prima fase di lavoro, con un impegno straordinario 24 ore su 24 per trasferire i nostri dipendenti afghani” ha riferito Grandi. “Adesso siamo in attesa di capire quale sarà la configurazione del nuovo governo del Paese per valutare, di concerto con il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, come orientare e riorientare i nostri interventi”. Rispetto agli impegni di Aics in Afghanistan, il dirigente ha sottolineato che si tratta di “attività di sviluppo con orizzonti temporali di medio e lungo termine”, mentre adesso “le esigenze riguardano piuttosto un’emergenza umanitaria che sembra farsi sempre più grave”. I progetti hanno interessato settori differenti tra loro, dalla sanità all’imprenditoria femminile, dal sostegno alla parità di genere alle infrastrutture, come la strada inaugurata nel 2016 che ora collega Kabul a Bamiyan, la valle delle statue di Buddha testimonianza dell’arte gandharica e Patrimonio mondiale Unesco.
Secondo Grandi, “dalla cooperazione civile in 20 anni sono state lasciate tracce indelebili”, con un impatto significativo per la popolazione. Rispetto ai nuovi equilibri di potere a Kabul, in particolare alla formazione di un esecutivo talebano, il dirigente di Aics ha sottolineato che si attendono “indicazioni politiche” anche dal G20 straordinario in preparazione su iniziativa del presidente del Consiglio italiano Mario Draghi. Infine, ancora sulle vie della cooperazione allo sviluppo in Afghanistan: “Lavoriamo a una valutazione del portafoglio di iniziative in corso per capire quali riorientare e quali mantenere, in funzione di quello che sarà l’atteggiamento della nuova governance”.
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