ANVM risponde a Moira Rotondo su data 17 maggio.
Emiliano Ciotti (Presidente ANVM) “Le violenze contro la popolazione civile non terminarono quel giorno. La data del 17 maggio è storicamente inconsistente e offensiva nei confronti degli altri comuni colpiti da questa barbarie”.
“Ancora una volta siamo costretti a confutare le fantasiose tesi della signora Rotondo che dimostra di non conoscere le vicende storiche di cui parla: il 17 maggio non terminarono gli stupri ai danni della popolazione di Esperia e quest’ultimo non fu il Comune più colpito da questa tragedia.”
È inequivocabile l’intervento del presidente dell’associazione nazionale vittime delle marocchinate, Emiliano Ciotti, che smonta punto per punto le tesi sostenute da Moira Rotondo.
Innanzitutto siamo a disposizione per un confronto con gli esperti che avrebbero indicato alla signora il 17 maggio quale data per celebrare l’evento. Anche con la professoressa Fiorenza Taricone, alla quale, documenti alla mano, possiamo provare che il 17 maggio 1944 non “ebbero finalmente fine per la martoriata popolazione di Esperia le violenze, i soprusi, gli eccidi” che , invece, proseguirono anche nei giorni successivi e non solo ai danni della popolazione di quella cittadina.
Anche per questo la data del 17 maggio è storicamente inconsistente e addirittura offensiva nei confronti degli altri Comuni colpiti dalla barbarie francese.
Infatti, segnaliamo agli “esperti” della Rotondo, quanto accadde sull’altipiano di Polleca, dove erano presenti civili sfollati dai Comuni nella zona e che furono facile preda delle truppe coloniali francesi. Seppur duramente martoriata, la popolazione di Esperia non fu la più colpita da questo flagello, ma il maggior numero di violenze si registrò a Castro dei Volsci con 840 casi accertati.
È bene precisare che le popolazioni ciociare non furono semplicemente vittime di un conflitto, ma subirono le violenze sadiche di soldati presentati come “liberatori” e che invece mostrarono il loro vero volto. Il tentativo di sviare tali responsabilità ha l’amaro sapore del riduzionismo. Una pratica che rigettiamo in toto, poiché da sempre cerchiamo la verità e la giustizia.
Il 18 maggio è una data simbolica che può diventare comune anche ad altre Regioni per commemorare le vittime delle marocchinate – conclude Ciotti – poiché le violenze delle truppe coloniali francesi iniziarono nel luglio 1943 in Sicilia, proseguirono in Campania, Lazio, Toscana e terminarono alle porte di Firenze nell’estate del 1944.
Associazione Nazionale Vittime delle Marocchinate