OGGETTO: TURISMO DIFFUSO: PERCHE’ ALATRI DEVE FINALMENTE SFRUTTARE LE SUE RISORSE
“Non c’è dubbio che uno degli aspetti in cui si concentrerà l’azione amministrativa, qualora avremo ottenuto la fiducia dei cittadini, sarà quello del turismo, una parola che è stata sempre sulla bocca di tanti amministratori ma che non ha mai trovato degli interpreti che l’abbiano tenuta nella giusta considerazione. In molti si chiedono dove poter ospitare turisti vista la mancanza di alberghi e strutture ricettive, ma questo non ci deve spaventare. Innanzitutto perché nel nostro territorio operano già alcuni BandB e poi perché occorrerà intraprendere iniziative tali che vadano a creare e a diffondere l’Ospitalità diffusa di cui l’Albergo diffuso, di cui parlo dal lontano 2006, ne è la forma piò longeva e conosciuta. Questa rete di attività ricettive comprendono varie forme di ospitalità che si uniscono e arricchiscono l’opportunità dell’Albergo diffuso. Parlo del Residence diffuso formato da una serie di alloggi sparsi in tutto il territorio comunale e gestiti in maniera centralizzata; delle case albergo che sono rappresentate da famiglie che mettono a disposizione dei turisti una o più camere delle proprie abitazioni, l’albergo diffuso di campagna, una nuova forma di ospitalità che potrebbe trovare il suo naturale sviluppo nel nostro vasto territorio. Ecco, queste sono alcune opportunità che una città ricca di risorse storiche, archeologiche, religiose, culturali e paesaggistiche come la nostra Alatri potrebbe sfruttare per dare un impulso decisivo al turismo in quanto sono modelli di ospitalità al giorno di oggi più ricercati e che inoltre possono rappresentare un volano per attività economiche e commerciali oltre ad un aspetto molto importante rappresentato dallo spopolamento dei centri storici . Io credo fortemente che Alatri abbia tutte le potenzialità per collocarsi in cima alla lista delle località più visitate, ma bisogna esserne convinti e soprattutto occorre la massima collaborazione tra amministrazione, cittadini ed attività economiche”.