È stato innanzitutto chiarito che non è assolutamente vero che nel biodigestore verranno smaltiti anche i rifiuti organici provenienti da fuori, nello specifico da Roma.
In secondo luogo, è stato documentato che la tecnologia programmata per questo tipo di biodigestore è una tecnologia all’avanguardia, pulita, senza emissioni in atmosfera, né problemi di carattere odorigeno. La implementazione di questo impianto risponde al bisogno di chiudere il ciclo dei rifiuti direttamente in Provincia di Frosinone e di trasformarli in una opportunità per il territorio. Raccogliere questa sfida, entrare nel circuito virtuoso della green economy e della transizione ecologica significa non avere più problemi di emissioni, di impatto ambientale, di odori, cioè di tutte le questioni che nel corso degli anni hanno preoccupato la cittadinanza ed animato il dibattito pubblico.
Permettere l’implementazione del biodigestore significa dire un forte no alle discariche ed io, in qualità di Sindaco, mi faccio garante del fatto che ad Anagni non si ripeterà quanto è stato fatto negli anni ’80 e ’90 quando vennero autorizzate le discariche delle Casermette e di Radicina che oggi, dopo trent’anni la nostra Amministrazione sta finalmente bonificando, e che a suo tempo erano sostenute e viste come la migliore soluzione anche da qualcuno che oggi ha sposato, per convenienza politica forse, la battaglia ambientalista.
Proprio perché il nostro territorio ha subito ingenti danni dalla passata malagestione del ciclo dei rifiuti, ci siamo assicurati che nessuna criticità possa trovare spazio in questa operazione. Non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia e far finta che vada tutto bene con i vecchi sistemi di gestione dei rifiuti, per paura di aprirci al futuro: un territorio come il nostro non può sostenere il peso delle discariche né i costi elevati del trasporto e smaltimento dei rifiuti in zone, come il nord Italia, più virtuose di noi, e che sanno come far fruttare il meglio dalla trasformazione degli scarti organici non solo dal punto di vista economico ma anche ambientale.
Come Amministrazione, grazie ad uno studio condotto, di concerto con le associazioni di categoria degli industriali, per snellire le procedure di autorizzazione, abbiamo trovato la soluzione per sburocratizzare il farraginoso ed irrazionale meccanismo del SIN in collaborazione con gli enti preposti al controllo. Le risultanze di tanti piani di caratterizzazione del suolo hanno dimostrato l’assenza di inquinanti e questo ci spinge ad affermare che il nostro territorio non è la “valle dei fuochi ciociara”. Gli studi e i rilevamenti dell’aria effettuati durante il lockdown hanno dimostrato che l’incidenza dell’inquinamento sul nostro territorio non è quella delle industrie o delle attività produttive ma essenzialmente quella derivante dal traffico autostradale, stradale o da impianti domestici vetusti. Con queste certezze scientifiche impedire la trasformazione green e circolare del territorio e l’inizio della “rivoluzione verde” per Anagni sarebbe follia. Il nostro territorio non va demonizzato ma va valorizzato nel rispetto della legge.
Proprio in relazione a questo punto voglio specificare che i processi di gestione del biodigestore verranno costantemente vagliati dall’Amministrazione Comunale e dagli altri enti preposti per avere garanzia del mantenimento nel tempo della massima efficienza. Il mio impegno morale oltre che amministrativo, sin dal primo giorno di sindacatura, è stato quello di lasciare la città migliore di come l’ho trovata. Nulla verrà fatto o potrà essere fratto senza le necessarie garanzie sotto il profilo ambientale e sanitario.
Le aziende coinvolte nel progetto, come A2A, SAF e Saxa Gress sono eccellenze nel campo dell’economia circolare, green, della trasformazione pulita dei rifiuti organici, e della valorizzazione di territori. Era facile da Sindaco cavalcare l’onda emotiva e l’allarmismo, ma io ho voluto cercare la verità dei fatti e, dopo la sicurezza della bontà del processo, ho voluto metterci la faccia e scommettere sul futuro migliore per Anagni.
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