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Sanità pubblica e privata del Lazio, si sblocca la vertenza su salari.
Cgil Cisl Uil: “Revocato stato agitazione e scioperi Umberto I e Sant’Andrea, ma
terremo alta l’attenzione finché gli impegni della Regione, a partire da organici e
precari, non saranno attuati”.
Roma, 21 giugno 2021 – Si sblocca la vertenza della sanità regionale pubblica e privata. In seguito alla mobilitazione di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio, Uil Fpl Roma e Lazio, dalla Regione Lazio e dalle aziende sanitarie arrivano impegni precisi su salari e fondi: le federazioni di categoria sospendono lo stato di agitazione e i due scioperi in programma per domani al Policlinico Umberto I e all’Ospedale Sant’Andrea. Ma i sindacati non abbassano la guardia: “Positivo che l’amministrazione regionale abbia compreso le ragioni dei lavoratori che chiedono giusta retribuzione e investimenti nelle persone e nei servizi sanitari. Noi terremo alta l’attenzione finché gli impegni non saranno attuati”, dichiarano Giancarlo Cenciarelli, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini, segretari generali delle tre sigle, dopo che la Regione Lazio direzioni di Umberto I e Sant’Andrea hanno fatto recapitare le missive ufficiali che accolgono le richieste dei lavoratori e
annunciano il calendario degli incontri.
“Sull’integrazione dei fondi contrattuali e sulle risorse aggiuntive per il personale c’è stato finalmente il cambio di passo che abbiamo chiesto con forza”, rimarcano i segretari regionali. Soltanto la Asl di Frosinone rimane ancora senza aver verificato i fondi al 31 dicembre 2018 e anche per questa Azienda abbiamo ricevuto rassicurazioni riguardo la imminente definizione degli stessi, al fine di procedere speditamente, come per le altre aziende sanitarie all’adeguamento dei fondi contrattuali per gli anni 2019 e 2020. “I lavoratori chiamati da oltre un anno ad un super lavoro fatto di turni, rischi e carichi di lavoro moltiplicati, avranno la giusta e strameritata retribuzione, senza i tagli paventati dalla mancata riparametrazione dei fondi. Così come saranno pagati gli straordinari obbligatori già svolti durante la pandemia, le indennità e le voci di salario legate alle particolari condizioni di lavoro. Ora è necessario tenere alta l’attenzione per attuare gli impegni sottoscritti con l’accordo del 30 aprile anche rispetto alle assunzioni e ai percorsi di stabilizzazione dei precari Covid e di quelli storici. Abbiamo chiesto e ottenuto che le competenze acquisite e l’esperienza maturata vengano valorizzate”.
“Quanto alla sanità privata, anche in questo caso la Regione ha preso impegni precisi rispetto alle nostre richieste”, proseguono Cenciarelli, Chierchia e Bernardini. “A partire dai controlli nelle strutture sulla completa applicazione del nuovo contratto di lavoro e sulla corretta definizione dei rapporti di lavoro: il personale dovrà essere assunto così come prescritto dalle delibere regionali, cioè alle dirette dipendenze delle aziende. Nella sanità accreditata così come nelle Rsa, dove al problema degli organici, dei contratti pirata e del dumping, si somma anche l’inaccettabile attesa per un rinnovo del ccnl fermo da quasi un decennio. Anche in questo senso abbiamo registrato apertura e impegno da parte della Regione”.
“Per questo tanto lo stato di agitazione regionale, quanto il presidio e gli scioperi previsti per domani sono revocati in attesa di verificare che quanto comunicato sia effettivamente realizzato”, concludono i segretari di categoria. “Quella per una sanità forte, veloce e universale, che scommetta sulle persone e sulle competenze, è una battaglia che vogliamo portare fino in fondo. E se gli esiti della vertenza non saranno quelli che lavoratori e cittadini meritano, la mobilitazione ripartirà ancora più determinata”.