2 Giugno, Mattarella: “75 anni fa una casa comune e un patto di cittadinanza”.
di Alfonso Raimo
Sulle macerie il popolo italiano, i popoli d’Europa, i popoli del mondo, si proposero di non ripetere gli errori del passato”.
“La nascita della Repubblica Italiana, nel 1946, segnava anch’essa un nuovo inizio: la edificazione di una casa comune, basata sulla libera sottoscrizione di un patto di cittadinanza da parte dei cittadini e, per la prima volta, delle cittadine”. A dirlo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo saluto in apertura del concerto in onore del corpo diplomatico, eseguito dall’Orchestra nazionale di Santa Cecilia, in occasione della Festa della Repubblica.
“Sulle macerie il popolo italiano, i popoli d’Europa, i popoli del mondo, si proposero di non ripetere gli errori del passato. Non sempre vi siamo riusciti. Ma la spinta alla rinuncia della guerra, come strumento di risoluzione delle controversie internazionali, è stata allora, e rimane, robusta e forte. E’ un disegno incompiuto, per il quale moltiplicare gli impegni comuni. Con questa convinzione e in questa prospettiva auguro a tutti buona Festa della Repubblica Italiana”, ha aggiunto il presidente della Repubblica.
“DESTINI POPOLI INTERDIPENDENTI, NUOVO INIZIO PER COMUNITA’ INTERNAZIONALE”
“La concezione di un bene comune, più importante di ogni particolarismo, ci ha portato ad essere convintamente parte della Unione Europea, elemento imprescindibile della nostra stessa identità nazionale”, dice ancora il centrodestra.
“La terribile esperienza della pandemia e dei suoi effetti- ha aggiunto Mattarella- ha reso evidente la profonda interdipendenza dei destini dei nostri popoli: soltanto efficaci forme di coordinamento si sono dimostrate utili per contrastarla e sconfiggerla. Questa cooperazione sostiene le opportunità offerte da una nuova stagione di ripresa e rinascita, civile ed economica. Un nuovo inizio per una comunità internazionale che voglia affrontare con successo le sfide della sostenibilità dei modelli di vita e della lotta alle disuguaglianze”.
Agenzia DiRE www.dire.it