Frosinone: approvato il restauro della fontana Bussi.
Il quadro tecnico-economico dell’intervento – inserito nell’ambito degli interventi dell’amministrazione Ottaviani per valorizzare il patrimonio artistico e culturale, oltre che il decoro del contesto urbano del capoluogo – prevede un costo totale di 67.170,89 euro.
La Fontana Bussi è stata fatta costruire nel 1774 da Giovanni Battista Bussi de Pretis, governatore della città di Frosinone all’epoca. Si hanno però notizie di un antico fontanile, risalente probabilmente all’epoca di Caio Mario, tra il 104 ed il 101 a.C. Le prove dell’esistenza di una fontana precedente si hanno grazie al ritrovamento, durante i lavori di sistemazione della fontana e dell’area circostante, realizzati nel 1989, di un cippo lapideo che riporta un’iscrizione volutamente cancellata a colpi di scalpello. La presenza del cippo, la cui iscrizione databile agli inizi del I sec. a.C. sembrerebbe ricordare la realizzazione di un’opera pubblica, conferma l’ipotesi di tracciato della via Latina che proprio in questo punto doveva attraversare il fiume Cosa.
Nel 2019 sono stati effettuati lavori nell’area di sedime della fontana da ACEA in merito allo spostamento e miglioramento della funzionalità dei condotti interrati di scarico delle acque di superficie, le quali provocavano problematiche all’interno dell’area. L’intervento ha riportato alla luce i lavatoti posti alla base della fontana sul lato a valle di cui non si aveva certezza dell’esistenza. Il dato acquisito è di rilevante importanza perché consegna ad oggi, nella sua interezza, il manufatto completo delle tre vasche di origine.
L’intervento oggetto della delibera viene suddiviso in due fasi di programmazione. La prima comprende la riqualificazione dell’area di sedime del monumento; la seconda, il restauro conservativo della fontana e recupero della propria funzionalità.
L’area è soggetta ad allagamenti e conseguente deposito di materiali vegetali e non, provenienti sia dall’area esterna e sia trasportati dalla rete di convogliamento delle acque meteoriche a causa del mal funzionamento di tenuta di un chiusino posto a lato della fontana sul lato ovest.
Inizialmente si procederà quindi alla messa in sicurezza d’urgenza della rete fognaria con lo spostamento del chiusino posto a lato della fontana e il riposizionamento in area esterna alla zona delimitata dal progetto di conservazione e restauro, al fine di eliminare in maniera esaustiva la problematica in essere. Seguiranno quindi la rimozione di materiale al fine della rinaturalizzazione dell’area e lo scavo nella stessa. In presenza di vincolo archeologico, l’attività verrà svolta da personale specializzato e sarà funzionale a un accurato esame storico stratigrafico dell’area. Dai dati emersi dall’analisi storico-archivistica dell’area e del monumento, l’altezza di scavo sarà diversificata e relazionata alle antiche quote d’uso della zona interessata. Infine, si procederà alla sistemazione dell’area con prato naturale al fine di ricollocare il bene culturale nel suo contesto originario; sul perimetro verrà inoltre messa a dimora una siepe continua con funzioni di protezione, segnalazione e filtro con la veicolarità stradale circostante. Verrà infine realizzato in terra stabilizzata un vialetto anulare che collega gli accessi su via S. Giuseppe con la base della fontana e il vista fiume Cosa, funzionale all’accessibilità per i diversamente abili, e la fornitura di un arredo con panchina in legno e cestini portarifiuti. L’intervento è volto all’eliminazione di diverse criticità, rappresentate da agenti esterni ed antropici di tipo chimico, fisico e biologico, permettendo una migliore accessibilità e visitabilità del sito. L’obiettivo dell’amministrazione è quindi il recupero dell’area e del monumento in essa inserito, con caratteri tipologici legati al restauro propriamente detto del manufatto, caratteri funzionali legati alla riattivazione del sistema idraulico della fontana e caratteri sociali di luogo di sosta e memoria.
Il restauro del monumento sarà arricchito con la realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione per la fruizione e la valorizzazione della struttura architettonica e dell’area verde circostante, auspicandone l’uso da parte della cittadinanza anche come luogo di sosta.
L’intervento si propone quindi un duplice obiettivo: il primo, preservare il monumento dall’alterazione dovuta da fattori naturali ed antropici; il secondo, dato da una necessaria restituzione del monumento alla socialità della città, quale memoria da custodire e da utilizzare come luogo di visita e sosta.
Le procedure di conservazione e restauro adottate saranno di tipo non invasivo e reversibili, attuate mediante l’utilizzo di tecniche e materiali che non altereranno la matericità degli elementi costituenti il manufatto, anzi compatibili strutturalmente ed architettonicamente.