ROMA – A fine aprile il Parlamento europeo si riunirà per votare la proposta di aggiungere il reato di ecocidio all’elenco dei crimini dello Statuto di Roma, equiparandolo al genocidio, ai crimini contro l’umanità, ai crimini di guerra e ai crimini di aggressione. Una votazione che risuona ancora più simbolica considerando che oggi, 22 aprile, si celebra la 51esima Giornata mondiale della Terra, istituita dalle Nazioni Unite. Si tratta di una battaglia portata avanti negli anni dalla ‘Stop Ecocide Foundation’, Ong fondata nel 2017 dall’avvocatessa britannica Polly Higgins e dall’attivista ambientale Jojo Mehta.
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Il 20 gennaio scorso l’Assemblea ha approvato un emendamento, presentato dall’europarlamentare Salima Yenbou (Verdi/Ale), alla sua relazione sui ‘Diritti Umani e la Democrazia nel mondo’ del 2019 che invita “l’Ue e gli Stati membri a promuovere il riconoscimento dell’ecocidio come crimine internazionale ai sensi dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale(Icc)”. Adesso tocca ai singoli Stati interfacciarsi con la Corte penale internazionale, conferendo al crimine ambientale una chiara connotazione giuridica.
L’ECOCIDIO
Cos’è il reato di ecocidio e quando si manifesterebbe? Stando all’emendamento approvato dal Parlamento europeo si fa riferimento a reati di tipo ambientale che rientrano all’interno di macro-categorie: danni contro il suolo, acqua, aria e foreste, alla flora e alla fauna e al clima. Inquadrare giuridicamente questo reato è, però, molto complesso. La Corte penale internazionale ha già manifestato alcune problematicità: come si definirà il confine entro il quale si potrà attribuire a uno o a più soggetti la responsabilità della distruzione ambientale? L’Aja avrà, dunque, la necessità di avere un quadro giuridico chiaro e potrà ottenerlo soltanto grazie alla collaborazione delle Corti degli Stati membri. Un quadro, dunque, che a oggi è molto aleatorio.
I REATI AMBIENTALI IN ITALIA
Il rapporto di Legambiente, pubblicato a dicembre, fornisce una cornice molto pesante in termini di commissione di crimini ambientali. Nel 2019 sono cresciute le illegalità ambientali: 34.648 reati accertati, alla media di 4 ogni ora. Un incremento del +23.1% rispetto al 2018. Campania, Puglia, Sicilia e Calabria sono le Regioni in cui si commette il maggior numero di illeciti ambientali e la Lombardia è la Regione che nel 2019 ha collezionato più arresti per reati simili. L’indagine registra anche una impennata dei reati contro la fauna (8.088)e di quelli connessi agli incendi boschivi con 3.916 illeciti (+92,5% rispetto al 2018). Resta, infine, diffusa la piaga dell’abusivismo edilizio con 20mila nuove costruzioni. Dati incontrovertibili che, soprattutto in occasione della Giornata mondiale della Terra, non possono essere trascurati né osservati passivamente.
Agenzia DiRE www.dire.it