MARE. COLDIRETTI: SOS PESCE ITALIANO, ADDIO A 4 BARCHE SU 10.
![]() Un calo che non e’ stato compensato dall’aumento degli acquisti domestici del 6,7%, secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea relativi all’anno 2020. Ad essere premiati sono stati soprattutto i consumi di prodotto surgelato, cresciuti del 17,6% rispetto al +2,3% del pesce fresco, inferiore anche rispetto alle conserve (tonno ecc.) in salita del 5,8% e a quelli essiccati o affumicati, che guadagnano un +11,1%. Peraltro proprio il prodotto surgelato e’ quello che da’ minori garanzie rispetto all’origine, considerato che in 9 casi su 10 arriva dall’estero. Alla difficolta’ economiche aggravate dalla pandemia – continua Coldiretti – si aggiungono quelle legate alla drastica riduzione dell’attivita’ di pesca imposte dalla burocrazia e dalle normative europee. Le giornate di effettiva operativita’ a mare sono scese a non piu’ di 130 di media all’anno, rendendo non piu’ sostenibile l’attivita’ di pesca per la flotta nazionale, considerata anche l’assenza di sostegni e di ammortizzatori capaci di compensare le interruzioni. Ma a pesare e’ anche l’impatto dei cambiamenti climatici – rileva Coldiretti – che ha profondamente mutato la disponibilita’ di pescato. Pesci come le alacce o la lampuga, sino a qualche anno fa introvabili nei mari italiani, sono oggi diffusamente presenti nell’Adriatico e nel Tirreno, mentre sono andate in sofferenza specie tradizionali come le sardine o le alici, messe in crisi dall’innalzamento delle temperature. Il consumo pro capite degli italiani e’ di circa 28 kg di pesce all’anno – conclude Coldiretti -, superiore alla media europea ma decisamente basso se confrontato con quello di altri Paesi che hanno un’estensione della costa simile, come ad esempio il Portogallo, dove se ne mangiano quasi 60 kg, praticamente il doppio.
Agenzia DiRE www.dire.it
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