CASO CATALENT, RUFA: UNA GRANDE BEFFA VERSO GLI ANZIANI E COLORO CHE ATTENDONO ANCORA DI VACCINARSI.
Dopo le 250 mila fiale assegnate all’Australia e bloccate dal Governo Draghi, in questi ultimi giorni sono balzate alla cronaca le 29 milioni di dosi di vaccino AstraZeneca contese tra l’Europa e Regno Unito, prodotte nello stabilimento Catalent di Anagni. La Comunità Europea sospetta che la società le tenesse nascoste per cercare di recapitarle al Regno Unito, ed ora chiede chiarezza. Ma l’azienda è soprattutto un fiore all’occhiello del polo farmaceutico laziale (il primo in Italia per export), a cavallo tra Latina e Frosinone (con propaggini nella zona sud in provincia di Roma). L’azienda ad Anagni è arrivata a infialare 1,5 milioni di dosi al giorno e lo stabilimento ora occupa circa 800 addetti, con 150-200 assunti proprio per far fronte alle nuove commessi (di questi il 30-40% a tempo indeterminato). Il senatore della Lega Gianfranco Rufa, ha commentato la questione come un fatto importante che va chiarito nel più breve tempo possibile. “E’ una fase importante – ha commentato il sen. Rufa- dove si cerca di fare più vaccini possibili ogni giorno, e due sono gli elementi base propedeutici per raggiungere l’importante obiettivo di avere più persone vaccinate possibili: gli operatori sanitari per fare i vaccini e le dosi di vaccini. Sapere che proprio in Italia, in provincia di Frosinone , c’è un’azienda che rappresenta per certo un’eccellenza a livello farmaceutico, che ha al suo 29 milioni di dosi disponibili, ma non per l’Italia, sarebbe un grandissimo paradosso ed una beffa verso quelle persone, quegli anziani ottantenni, quei malati con patologie gravi che aspettano con ansia di vaccinarsi. L’Europa e l’azienda Catalent, come ha bene sottolineato il senatore Matteo Salvini, devono dare immediatamente delle risposte per fare chiarezza sulla vicenda”. La questione però lascia comunque un po’ di perplessità, un dubbio che non è passato inosservato al sen. Rufa, che evidenzia l’obbligatorietà del DDT o altri documenti, soprattutto in questo caso. “ Il modulo DDT (documento di trasporto) –afferma il sen. Rufa– è un documento che certifica un trasferimento di merce dal cedente venditore al cessionario, obbligato per tutte le partite iva, in caso contrario conseguente multa. Ora qui si parla di 29 milioni di dosi di vaccino Astrazeneca, che nell’azienda anagnina vengono infialate, la domanda è la seguente: c’è o no un DDT o altra documentazione, che certifica l’assegnazione di questa produzione? I dubbi sulla destinazione di queste 29 MILIONI DI DOSI, ci sono e sono tanti, speriamo che si faccia il prima possibile chiarezza e che comunque quelle dosi non vadano fuori dai confini nazionali!!!”.