Omicidio Mollicone, al via il processo per i cinque indagati.

di Adriano Gasperetti
Serena Mollicone, la 18enne di Arce, in provincia di Frosinone, scomparsa l’1 giugno 2001 e ritrovata senza vita dopo due giorni in un boschetto a pochi chilometri da casa.

ROMA – Il maresciallo dei Carabinieri Franco Mottola, la moglie Anna Maria, il figlio Marco, il maresciallo Vincenzo Quatrale, accusati di concorso in omicidio (quest’ultimo, inoltre, è accusato anche di istigazione al suicidio di un altro collega, il brigadiere Santino Tuzi) e il carabiniere Francesco Suprano, accusato di favoreggiamento. Sono i cinque indagati nella vicenda della morte di Serena Mollicone, la 18enne di Arce, in provincia di Frosinone, scomparsa l’1 giugno 2001 e ritrovata senza vita dopo due giorni in un boschetto a pochi chilometri da casa. Domani a Cassino, a porte chiuse per l’emergenza sanitaria, per loro si terrà la prima udienza in Corte d’assise.

“C’è grande attesa per questo inizio, è un momento atteso a lungo, ci siamo battuti perché iniziasse questo processo, c’è grande attesa”, ha raccontato all’agenzia Dire l’avvocato Dario De Santis, che insieme a Guglielmo Mollicone ha combattuto per arrivare alla verità sulla scomparsa della figlia di quest’ultimo.

Mancherà papà Guglielmo, dopo tantissime udienze a cui ha assistito, morto il 31 maggio del 2020: a fine novembre 2019 era stato colpito da arresto cardiaco ed era finito in coma, da cui non si era più ripreso. “Domani è un giorno importante, metteremo il primo pezzo di un grande puzzle. Non so cosa succederà, ma ci siamo preparati e siamo pronti a difendere mio padre da eventuali accuse, che sicuramente ci saranno, e a dare giustizia a Serena e papà“.

Maria Tuzi e l’altra parte in causa del processo. Suo padre, il brigadiere Santino della caserma di Arce, da dove Serena sarebbe poi scomparsa, è stato ritrovato senza vita l’11 aprile del 2008: si sarebbe suicidato pochi giorni dopo essere stato ascoltato dalla Procura, dichiarando agli inquirenti che l’1 giugno 2001, Serena sarebbe entrata nella caserma. “Tutta la lotta porta avanti da Guglielmo non sarà vanificata- ha scritto ancora Maria Tuzi- lui dall’alto ci osserverà e ci darà forza come ha sempre fatto…. Ci siamo”. Comunque domani non dovrebbe iniziare l’attività istruttoria, ma potrebbero esserci questioni su ammissione delle prove e la Corte potrebbe doversi ritirare in Camera di Consiglio.

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