CISL Medici
A fronte del mancato riscontro da parte dell’Assessorato alla Sanità e Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio, un atteggiamento che lascia peraltro prefigurare una condotta antisindacale, l’organizzazione sindacale è tornata nuovamente sull’argomento denunciando, in una lettera all’assessore D’Amato, “le disfunzioni organizzative – soprattutto nel periodo iniziale dell’emergenza – che si sono spesso caratterizzate per scarso coordinamento e lungimiranza nella programmazione della lotta al virus”.
L’articolata nota della Cisl Medici prosegue sottolineando “la fragilità e l’impoverimento del comparto delle cure domiciliari, nonostante l’abnegazione, gli alti carichi di lavoro e l’alto profilo di rischio sopportato dagli Specialisti Ambulatoriali Interni impiegati nelle cure domiciliari volte ai pazienti più fragili (spesso anziani e disabili) impossibilitati a raggiungere i presidi ospedalieri o ambulatoriali”.
“Nel rispetto dei nostri pazienti – scrivono i vertici della Cisl Medici Lazio e di Roma Capitale/Rieti insieme ai due medici referenti SAI Giuseppe Pergola e Nicola Buonaiuto – abbiamo finora anteposto il nostro dovere di assistenza ad ogni possibile polemica rivendicativa ma certo è che non possiamo accettare che gli Specialisti Ambulatoriali, specie quelli che si occupano del complesso mondo della domiciliarità, siano totalmente esclusi da ogni attenzione e beneficio se non quello di sterili comunicati stampa che certa politica usa anche per promettere tavoli di confronto che, lo ricordiamo, costituiscono un obbligo per la pubblica amministrazione ma che regolarmente non vengono convocati in dispregio alle più elementari norme relative alle relazioni sindacali”.
I medici Specialisti Ambulatoriali Interni del territorio aspettano dal lontanissimo 2006 il rinnovo dell’Accordo Integrativo Regionale per la specialistica ambulatoriale che ancora oggi è fermo nel Lazio. Sono passati 15 anni, l’Assessore alla Sanità del Lazio era Augusto Battaglia.