DONNE. DIVINA COMMEDIA, CON MAZZARELLA SI RIABILITA ‘FEMMINILE PSICOLOGICO’.
WIDMANN RICORDA L’OPERA DELLA PSICOANALISTA A 6 ANNI DALLA SUA SCOMPARSA (DIRE) Roma, 5 feb. – Oggi si celebra il sesto anno dalla scomparsa della psicoanalista Adriana Mazzarella, un’assenza che sara’ fortemente sentita al convegno su ‘Dante e Jung. Una relazione a distanza’, organizzato dall’Icsat a Ravenna dal 30 aprile al 1° maggio. A ricordare il contributo che la studiosa diede nella rilettura della Divina Commedia e’ l’analista junghiano Claudio Widmann, responsabile scientifico del convegno e autore del recente libro ‘La Commedia di Dante come percorso di vita’ (Magi edizioni): “Adriana Mazzarella e’ autrice della prima rilettura in chiave junghiana della divina commedia nella nostra lingua- sottolinea Widmann- fu un’operazione significativa, perche’ lo stesso Jung ha sempre sottolineato il senso simbolico della discesa agli inferi di Dante”. Tuttavia, se “la psicologia junghiana colloca la reintegrazione della totalita’ personale del Sommo Poeta nel campo simbolico della quaternita’, l’apoteosi del viaggio di Dante coincide invece con la visione della trinita’ divina”. Ad armonizzare le due posizioni fu la stessa Mazzarella: “Fin dal titolo della sua opera enfatizza il ruolo di Beatrice in questo percorso- continua Widmann- non si tratta semplicemente della rivalutazione della donna nel contesto sociale o culturale, ma di una riabilitazione del femminile psicologico nei processi di maturazione personale. Uso intenzionalmente l’espressione ‘riabilitazione del femminile psicologico’ di Marie-Louise von France, perche’ questa illustre collaboratrice di Jung diede un sostegno costante a Mazzarella nel rinvenire nella figura di Beatrice il quarto elemento, l’elemento femminile in un universo simbolico a dominanza maschile. Beatrice e’ l’elemento femminile che trasforma la trinita’ in quaternita’ e rappresenta la compiutezza del processo individuativo”.
Il valore di Beatrice, nell’ambito del dibattito sul femminile, “va aldila’ delle rivendicazioni ‘sindacali’ degli anni ’70 per il riconoscimento dei diritti, del ruolo e della dignita’ della donna nella societa’”. L’ultimo Canto di Dante da’ una descrizione puntuale, dal punto di vista psicologico, di quelle che sono le funzioni del femminile. In quella “preghiera alla Vergine” che “in realta’ e’ un grande inno al femminile psicologico- suggerisce lo studioso- mette in evidenza la capacita’ intuitiva femminile di precorrere la richiesta prima ancora che venga formulata, e soprattutto la capacita’ di tenere insieme i contrari e i paradossi. Dante infila cinque paradossi nei primi versi: vergine e madre, figlia di tuo figlio, umile e alta piu’ di ogni creatura e cosi’ via. Sono paradossi che parlano della capacita’ della psiche femminile, o delle componenti femminili della psiche, di dilatare l’unilateralita’ della coscienza per contenere le antinomie. Coniuga il sentimento con il logos, una comprensione che non e’ aridamente intellettiva, ma umidamente affettiva e, proprio per questo, piu’ compiuta e completa”. Il femminile psicologico costituisce quindi un’esigenza urgente nella nostra quotidianita’, secondo Widmann: “C’e’ la necessita’ di avere una visione che tenga conto di tutto questo anche nel collocare, per esempio, il grande evento collettivo della pandemia che stiamo osservando e che non si risolve solo con gli strumenti fondamentali e insostituibili della ricerca scientifica”. Dal punto di vista psicologico, pero’, la dimensione femminile non e’ ancora adeguatamente indagata: “Molto spesso ci si arena e ci si esaurisce in una serie di slogan, oppure in una serie di evocazioni manifesto, mentre la comprensione e la stessa definizione di essenza femminile in accezione archetipica e’ tutta da approfondire”, chiarisce lo psicoanalista. Il femminile psicologico non e’ a “mio avviso ancora adeguatamente valorizzato, mentre ritengo che dal punto di vista sociologico si siano fatti passi importanti, probabilmente non sufficienti ma vistosi sicuramente”.
Nei fatti si assiste a un protagonismo della donna in ruoli chiave della societa’: Ursula Von der Leyen e’ ai vertici della Comunita’ europea, Kamala Harris e’ la vicepresidente degli Stati Uniti. Ma la situazione e’ ben diversa dal punto di vista psicologico: “Le rivalutazioni non sono altrettanto radicali- continua Widmann- spesso le donne interpretano l’ascesa sociale del genere femminile con atteggiamenti e qualita’ che psicologicamente sono maschili. Sto pensando, per esempio, ad una combattivita’ tipicamente maschile, a un distacco dall’umidore emozionale che e’ uno dei limiti ma anche dei pregi della psiche femminile nel dilatare la comprensione arida dell’intelletto. Credo ci sia del lavoro da fare, del resto individuazione significa trasformazione e non c’e’ mai un punto fisso, di arrivo”. La parola chiave e’ evoluzione, tanto che la figura femminile nella Divina commedia “evolve da un sogno a una realta’. All’inizio del viaggio, mentre Dante e’ ‘pien di sonno’, in un luogo altro, a lui ignoto una trinita’ femminile si preoccupa della sua sorte: Maria, Lucia (la Santa cieca) e Beatrice. È una fantasia, e’ un qualcosa che si sviluppa in un altro mondo, per noi l’inconscio”. Per il sommo poeta “Beatrice e’ un oggetto di desiderio e di ricerca (la ricerca di Beatrice di cui parla A. Mazzarella) attraverso un percorso di convergenza e di condivisione finche’ lei non ritorna in quel luogo dove desiderava tornare fin dall’inizio. L’immagine dunque torna dov’era, il sogno torna sogno, l’ideale torna ideale, l’idealizzazione torna idealizzazione, ma lui ne resta trasformato e nel suo inseguire un ideale, nella sua ricerca di Beatrice realizza la propria compiutezza personale”, conclude Widmann.