Gli effetti della pandemia sull’economia di Frosinone e provincia. Tarquini (Uil Frosinone): “Cassa integrazione quadruplicata e crollo delle esportazioni”.
Esportazioni in calo, ore di cassa integrazione in crescita. E un deciso ricorso ai bonus studiati dal governo per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Questa in sintesi la fotografia della Ciociaria ai tempi della pandemia nel focus realizzato dalla Uil di Frosinone e dall’istituto di ricerca Eures.
Il rallentamento delle attività produttive, dovuto prima al lockdown della scorsa primavera e alle misure di contenimento del virus introdotte dall’autunno in poi – ha avuto pesanti ricadute occupazionali anche nostra provincia, che ancor prima della pandemia stava già vivendo un periodo di forte fragilità. “Basti pensare – spiega Anita Tarquini, Segretaria generale della Uil di Frosinone che a fine 2019 l’indice di occupazione era di tredici punti percentuali inferiori alla media regionale (48,2 per cento contro il 61,2 del Lazio) e il tasso di disoccupazione era del 14,3 per cento a fronte della media regionale del 9,9 per cento”.
Dal focus emerge la decisa crescita della cassa integrazione: da gennaio a novembre 2020 in Ciociaria sono state concesse quasi 25milioni di ore di questo ammortizzatore sociale, di cui sette milioni di ore solo nel mese di aprile. “Praticamente – chiarisce l’esponente sindacale – da un anno all’altro le ore accordate si sono quadruplicate. E i lavoratori che hanno beneficiato della cassa integrazione sono stati 14500, quasi la metà del totale dei disoccupati ciociari (25800 nel 2019)”.
“Il quadro complessivo – aggiunge Tarquini – diventa più allarmante affrontando il tema delle esportazioni, che rappresentano il 66 per cento del totale della ricchezza del territorio. Nei primi nove mesi dello scorso anno l’export ha avuto una contrazione del 12,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019. In termini assoluti il fatturato è sceso da 5,7 a 4,9 miliardi di euro. Calo riconducibile in larga misura al comparto farmaceutico e chimico medicale (in espansione su scala globale) che nel frusinate assorbe il 55 per cento del totale delle esportazioni. In questi due settori le esportazioni sono scese da 3,8 a 3,2 miliardi di euro, con un saldo negativo di 600milioni. Contrazione più marcata nel settore dei mezzi di trasporto, con un decremento delle vendite all’estero del 17,5 per cento, che in termini assoluti equivale a una riduzione di 145milioni”.
“A ricentrare l’attenzione sulle difficoltà quotidiane di tanti cittadini del nostro territorio – conclude la segretaria Uil – ci pensano i numeri delle richieste per accedere alle misure straordinarie per affrontare l’emergenza coronavirus: più di 12mila domande per il reddito di emergenza, quasi 7mila per il bonus baby sitter, circa 8mila per l’indennità una tantum per professionisti con partita iva e lavoratori co.co.co, 2400 per i fondi di integrazione salariale. Sono tutti numeri che testimoniano quanto siano state determinate le misure per sostenere il reddito e aiutare le persone in difficoltà durante la pandemia. Ma sono cifre che impongono una riflessione su come ricostruire il Paese e come ripartire dopo l’emergenza sanitaria. Il sindacato ha le idee chiare da tempo e le ha condivise con le istituzioni attraverso il documento Ricostruire il Futuro’, che poggia sui pilastri dei diritti sociali e delle politiche socio industriali per realizzare un nuovo modello di sviluppo”.
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