Nel racconto della Bibbia (Genesi 4,17-24), Caino e Abele sono i primi due figli nati da Adamo ed Eva, dopo la cacciata dal giardino dell’Eden. Caino pratica l’agricoltura e Abele la pastorizia: entrambi offrono a Dio in sacrificio i prodotti del loro lavoro, ma solo le offerte di Abele vengono accettate. La preferenza accordata da Dio ad Abele suscita la gelosia e l’ira di Caino, che porta Abele nei campi e lo uccide. Dio scopre il delitto di Caino e lo maledice, scacciandolo dalla terra che ha macchiato del sangue di suo fratello, ma ponendo su di lui ‘un segno’ che lo protegga dalla vendetta. In seguito Caino si sposerà, avrà un figlio e fonderà la prima città: tra i suoi discendenti vi saranno l’inventore della musica (Iubal) e l’inventore della lavorazione dei metalli (Tubalcain).
INTERPRETAZIONE TRADIZIONALE
Il punto più oscuro della vicenda di Caino e Abele è per quale motivo Dio preferisca Abele e come l’abbia fatto capire. I Padri della Chiesa dicono che Dio mandò un fuoco dal cielo per consumare le offerte di Abele. Nella traduzione greca dell’originale ebraico, la colpa di Caino sembra essere quella di aver diviso ingiustamente i beni da sacrificare, dando a Dio la parte peggiore dei frutti della terra. La tradizione ebraica e cristiana dice, inoltre, che Caino era avido e vizioso, mentre Abele era giusto e virtuoso; ma nel testo biblico non si dice nulla in proposito e i due fratelli sono caratterizzati solo dai loro mestieri. Caino rappresenta la vita agricola e sedentaria e Abele la pastorizia, che nel Vicino Oriente antico era l’attività tipica dei seminomadi.
Nella Genesi l’omicidio di Abele è una tappa della progressiva decadenza e divisione dell’umanità, dall’unità iniziale (la prima coppia: Adamo ed Eva, i genitori di Caino e Abele; la prima famiglia) alla dispersione dei popoli, avvenuta presso la torre di Babele. La rivalità tra due fratelli all’alba della civiltà ha molti paralleli nelle mitologie antiche: ricordiamo Osiride e Seth nella religione egizia o Romolo e Remo nella storia della fondazione di Roma.
INTERPRETAZIONE IMMAGINALE – Selene Calloni Williams
“Due genitori distinti e separati che si uniscono generano, ovviamente, individui distinti e separati. Così nascono i fratelli. Mai prima di questo momento era esistita la possibilità di avere un fratello. Tutti erano fratelli di tutti, perciò nessuno era fratello di qualcuno. Adesso c’è l’individuo, inteso come persona, c’è l’altro.
Il mito a questo punto descrive l’esperienza dell’altro. Essa è il confronto. L’altro si esperisce nel confronto con l’Io; senza il confronto continuo e costante l’altro non esiste. Nello stato di natura, in una condizione non-duale, l’altro è incluso nell’Io, perciò ci si può confrontare solo con se stessi. Nello stato duale ci si confronta con l’altro.
Caino si confronta con Abele e prova gelosia.
Ciascun individuo umano, proprio perché individuo, cioè persona, non può che ripetere le gesta narrate nel mito, perché il mito rappresenta il suo marchio di fabbrica.
Così l’esperienza di vita di ogni individuo è un continuo confronto con l’altro…
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