USA. FRA’ OKURE: QUANTI PASTORI ACCECATI DAL PRESTIGIATORE TRUMP.
Oggi risponde al telefono dalla basilica di Santa Sabina, sull’Aventino, a Roma, dove e’ arrivato in settimana per assumere un nuovo ruolo internazionale: e’ appena stato nominato “promotore generale” della Commissione giustizia e pace dei domenicani nonche’ loro delegato al Consiglio dell’Onu per i diritti umani. Vivra’ tra Roma e Ginevra ma ora negli occhi ha le immagini dell’assalto al Congresso a Washington da parte dei sostenitori di Trump. Le bandiere confederali del Sud segregazionista, i vetri in frantumi, e poi soprattutto i morti e le ferite profonde. “Sara’ difficile rimarginarle” dice fra’ Okure, parlando di “sacralita’ violata” di un tempio della democrazia e di “un’immagine dell’America danneggiata in tutto il mondo”.
Al centro del colloquio, pero’, ci sono le responsabilita’ dei pastori cristiani: evangelici, protestanti e anche cattolici. “Le incertezze e anche la rabbia provocate da alcuni aspetti della globalizzazione hanno diviso l’America in tribu’, Trump lo ha capito e ha fatto quello che sa fare meglio, il prestigiatore” la premessa del missionario. “Ha visto come le Chiese siano contro l’aborto e il movimento Lgbt e ha agito di conseguenza, rivolgendosi a tutti coloro che considerano i parlamentari come troppo liberali”.
Cittadini ed elettori, questi, che avrebbero finito per crederlo “un salvatore”. Cedendo alle promesse e alle minacce, secondo fra’ Okure: “In tanti dai pulpiti ripetevano: ‘Se voti per Joe Biden sei contro la vita e vai all’inferno'”.
Secondo il missionario, per anni e fino a pochi giorni fa a Washington come coordinatore della rete internazionale Africa Faith and Justice Network (Afjn), anche tra le gerarchie cattoliche ci sono stati sostenitori di Trump. Lo stesso presidente ha citato l’arcivescovo di New York Carlo Maria Vigano’ come un suo supporter; mentre quando l’arcivescovo Wilton Gregory lo ha criticato durante le proteste del Black Lives Matter, denunciando “una photo opportunity” con la Bibbia in mano, e’ stato oggetto di accuse e attacchi polemici da parte di diversi presuli.
“Se sei pro-life, You’re covered” ripete fra’ Okure, riassumendo un atteggiamento che sarebbe stato diffuso. Un abbaglio, questa la tesi, che non bastano a correggere le note sulla “democrazia sotto assedio” diffuse in questi giorni anche da organismi ecumenici come il World Council of Churches. “Ora i colori di Trump sono venuti fuori e per non vedere devi essere cieco” dice il missionario. Convinto che il nodo, dopo le denunce di frodi senza fondamento, le pressioni sugli stessi dirigenti repubblicani per “trovare” migliaia di voti, l’assalto al Congresso e i morti, e’ anche quello della credibilita’ dei pastori. “In tanti – dice fra’ Okure – cominceranno a guardarli con sospetto, senza sapere se potranno piu’ fidarsi di loro”.