RECOVERY. CISL: DIECI AZIONI STRATEGICHE PER ‘RICOSTRUIRE’ IL PAESE.
SALUTE E POLITICHE SOCIALI COME PIATTAFORME DI CRESCITA SOCIOECONOMICA – È necessario aumentare i fondi destinati alla sanita’, e gli investimenti in tecnologie sanitarie, digitali e di Telemedicina; potenziare l’organico assumendo nuovi operatori e stabilizzando il precariato; potenziare la rete di professionisti che si occupano della prevenzione e delle cure primarie sul territorio; investire nell’adeguamento delle competenze all’uso dei nuovi dispositivi tecnologici da parte di operatori, clinici e manager della sanita’. Serve una svolta sullo stato sociale e sulla non autosufficienza. Un’accelerazione sulla reale universalita’ dei servizi essenziali e l’esigibilita’ dei diritti di cittadinanza. Bisogna aumentare gli assegni pensionistici e riconoscere maggiore flessibilita’ in uscita dal mercato del lavoro. Va potenziata la presa in carico da parte del sistema sociale di prossimita’ e messe in campo risposte strutturali di sostegno al reddito e conciliazione per le famiglie numerose con pesanti carichi di cura. Si deve meglio stimolare e promuovere una terza eta’ attiva e generativa, rivalutare i trattamenti delle pensioni, rafforzare la quattordicesima mensilita’ per le realta’ piu’ deboli e valorizzare la contrattazione sociale. Fondamentale incrementare il supporto alle disabilita’ e alla non autosufficienza, con una nuova legge quadro. A TUTTA VELOCITÀ: INDUSTRIA E NUOVE INFRASTRUTTURE – Vanno sbloccate e portate a termine le reti di trasporto strategiche incompiute; investire in infrastrutture al Sud per spezzare l’isolamento di alcune aree e fasce di popolazione; ammodernare e rendere piu’ efficienti le strutture: la vita utile di molte infrastrutture e’ al limite, percio’ l’investimento in efficienza, considerata la transizione verso una logistica a basso impatto ambientale, puo’ avere un impatto economico significativo; predisporre un piano intermodale nazionale per la logistica merci, con focus sull’ammodernamento dei porti e sull’espansione della rete ferroviaria per il trasporto merci; sostenere e accelerare il processo di trasformazione strutturale del Paese in chiave digitale, per recuperare il ritardo accumulato negli anni e colmare il gap con L’Europa; garantire pari condizioni di connettivita’ su tutto il territorio nazionale, incrementando e ottimizzando gli investimenti in infrastrutture e superando l’inefficiente duplicazione della rete di nuova generazione. L’Italia e’ la seconda potenza industriale d’Europa. Piazzamento che va preservato, con una politica industriale che difenda e rilanci gli asset strategici della manifattura, a partire dall’acciaio e dall’automotive, della chimica e dal tessile, dall’agroalimentare all’elettronica e l’informatica, fino all’artigianato e al turismo, che ha subito in questo anno il tracollo piu’ grave di sempre. Verso questi comparti c’e’ da rafforzare la struttura istituzionale chiamata a rispondere alle crisi aziendali, da potenziare ristori, da rinvigorire una fiscalita’ di sviluppo accessibile alle Pmi.
AL PASSO CON IL FUTURO: L’IMPORTANZA DELL’INNOVAZIONE – C’e’ da incrementare la spesa pubblica in ricerca e sviluppo, sia di base che applicata, con nuovi grandi progetti di rilevanza scientifica, aumentando retribuzione e numero di borse di ricerca; incentivare gli investimenti privati, estendendo il piano “Industria 4.0”, in particolare nei settori ICT, Health e Aerospace, in cui i Paesi UE sono ancora indietro rispetto a USA e Cina. IL DOMANI È VERDE: LA TRANSIZIONE ALLA GREEN ECONOMY – Vanno supportati modelli di business sostenibili e circolari, e sostenuta la creazione di nuovi posti di lavoro in ambito green, con incentivi alle aziende e investimenti pubblici; occorre disincentivare l’utilizzo di combustibili fossili con riduzione dei sussidi e introduzione del carbon pricing (imposta sulle emissioni di CO2) e adeguare le norme relative al trattamento di rifiuti e scarti; incentivare il rinnovo di trasporti pubblici e privati con quelli a basso impatto ambientale, primariamente elettrico e ibrido; investire in ricerca e sviluppo per abbattere limiti e costi della transizione. NORD E SUD: COLMARE IL DIVARIO È prioritario contrastare il gap occupazionale tramite sgravi contributivi per le imprese che assumono stabilmente e fanno formazione, riattivare la mobilita’ sociale, contrastare la “trappola” della poverta’ educativa minorile, promuovendo l’educazione alla legalita’ e alla coscienza civile, e investendo nella scuola come luogo di emancipazione personale, aggregazione sociale e presidio di cittadinanza; sbloccare i cantieri fermi e accelerare il completamento delle opere pubbliche: secondo gli ultimi dati disponibili, tra le 610 opere pubbliche incomplete e di competenza delle Regioni, il 70% si trova al Sud; pianificare e incentivare politiche a favore del South-Working e del South-Learning. PARI OPPORTUNITÀ: PREMIAMO IL MERITO, NON IL GENERE – Dobbiamo disegnare una strategia piu’ ampia e con visione di lungo periodo volta a colmare il divario occupazionale e salariale, che premi il merito indipendentemente dal genere e poi rinforzare i servizi all’infanzia; favorire ed incoraggiare il welfare contrattuale volto alla conciliazione vita-lavoro; promuovere un cambiamento culturale che ridefinisca il ruolo della donna.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: MENO BUROCRAZIA, PIÙ INVESTIMENTI ED EFFICIENZA– Bisogna alleggerire la normativa vigente e le procedure burocratiche; digitalizzare le infrastrutture, investendo in formazione digitale per i lavoratori pubblici; riconsiderare le modalita’ di lavoro della PA sulla base di un modello agile contrattato; incentivare la produttivita’ valorizzando la contrattazione nazionale decentrata e legando meglio le retribuzioni alla performance; implementare meccanismi obbligatori di rotazione dirigenziale; ampliare gli ambiti di applicabilita’ di autocertificazione e meccanismi di silenzio-assenso in tempi garantiti; investire in tecnologie Cloud e sicurezza informatica. GIOVANI E FUTURO: UN NUOVO PATTO GENERAZIONALE PER GARANTURE EQUITÀ E SOLIDARIETÀ – Va sbloccato l’ascensore sociale, che in Italia porta tra l’altro migliaia di cervelli ad emigrare, migliorando le possibilita’ di accesso al mondo del lavoro tramite ulteriori de-contribuzioni e nuovi meccanismi di apprendistato. Occorre aumentare progressivamente le aliquote dell’imposta sulle successioni e donazioni; finanziare e incentivare l’accesso all’educazione terziaria e le attivita’ imprenditoriali degli under 30; aumentare la partecipazione dei giovani nelle decisioni governative tramite il finanziamento di agenzie indipendenti e riconosciute. SMART-WORKING: IL FUTURO DEL LAVORO È AGILE – Occorre riconsegnare la materia al libero e autonomo esercizio contrattuale, innescare una rivoluzione della cultura aziendale sulla base di un nuovo sistema valoriale fondato su tre principi: auto-gestione, integrita’, e proposito evolutivo; supportare l’intera popolazione aziendale con hardware, software e training in soft skill; accompagnare e facilitare la transizione al lavoro agile con una ?nuova regolamentazione e nuove modalita’ contrattuali: la normalizzazione dello smart-working dovra’ passare per la comunione tra parti sociali, aziende, e istituzioni, che dovranno definire in concerto la declinazione piu’ corretta ?e appropriata per le diverse realta’ produttive.
Agenzia DiRE www.dire.it