(DIRE) Roma, 2 gen. – “Sono giorni, questi, in cui convivono angoscia e speranza. La pandemia che stiamo affrontando mette a rischio le nostre esistenze, ferisce il nostro modo di vivere. Vorremmo tornare a essere immersi in realta’ e in esperienze che ci sono consuete. Ad avere ospedali non investiti dall’emergenza. Scuole e Universita’ aperte, per i nostri bambini e i nostri giovani. Anziani non piu’ isolati per necessita’ e precauzione. Fabbriche, teatri, ristoranti, negozi pienamente funzionanti. Trasporti regolari. Normali contatti con i Paesi a noi vicini e con i piu’ lontani, con i quali abbiamo costruito relazioni in tutti questi anni”. Cosi’ il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio di auguri di fine anno dal Quirinale. “Aspiriamo a riappropriarci della nostra vita- aggiunge- Il virus, sconosciuto e imprevedibile, ci ha colpito prima di ogni altro Paese europeo. L’inizio del tunnel. Con la drammatica contabilita’ dei contagi, delle morti. Le immagini delle strade e delle piazze deserte. Le tante solitudini. Il pensiero straziante di chi moriva senza avere accanto i propri cari. L’arrivo dell’estate ha portato con se’ l’illusione dello scampato pericolo, un diffuso rilassamento. Con il desiderio, comprensibile, di ricominciare a vivere come prima, di porre tra parentesi questo incubo. Poi, a settembre, la seconda offensiva del virus. Prima nei Paesi vicini a noi, e poi qui, in Italia. Ancora contagi – siamo oltre due milioni – ancora vittime, ancora dolore che si rinnova. Mentre continua l’impegno generoso di medici e operatori sanitari. Il mondo e’ stato colpito duramente. Ovunque. Anche l’Italia ha pagato un prezzo molto alto. Rivolgendomi a voi parto proprio da qui: dalla necessita’ di dare insieme memoria di quello che abbiamo vissuto in questo anno. Senza chiudere gli occhi di fronte alla realta’. La pandemia ha scavato solchi profondi nelle nostre vite, nella nostra societa’. Ha acuito fragilita’ del passato. Ha aggravato vecchie diseguaglianze e ne ha generate di nuove. Tutto cio’ ha prodotto pesanti conseguenze sociali ed economiche. Abbiamo perso posti di lavoro. Donne e giovani sono stati particolarmente penalizzati. Lo sono le persone con disabilita’. Tante imprese temono per il loro futuro. Una larga fascia di lavoratori autonomi e di precari ha visto azzerare o bruscamente calare il proprio reddito. Nella comune difficolta’ alcuni settori hanno sofferto piu’ di altri”. “La pandemia- dice ancora il capo dello stato- ha seminato un senso di smarrimento: pone in discussione prospettive di vita. Basti pensare alla previsione di un calo ulteriore delle nascite, spia dell’incertezza che il virus ha insinuato nella nostra comunita’. E’ questa la realta’, che bisogna riconoscere e affrontare. Nello stesso tempo sono emersi segnali importanti, che incoraggiano una speranza concreta. Perche’ non prevalga la paura e perche’ le preoccupazioni possano trasformarsi nell’energia necessaria per ricostruire, per ripartire. Nella prima fase, quando ancora erano pochi gli strumenti a disposizione per contrastare il virus, la reazione alla pandemia si e’ fondata anzitutto sul senso di comunita’. Adesso stiamo mettendo in atto strategie piu’ complesse, a partire dal piano di vaccinazione, iniziato nel medesimo giorno in tutta Europa. Inoltre, per fronteggiare le gravi conseguenze economiche sono in campo interventi europei innovativi e di straordinaria importanza”.
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