A Natale quest’anno gli spostamenti si fanno in micromobilità (+202%).
PIÙ “AUDACI” IN LOMBARDIA, TOSCANA, CAMPANIA, PUGLIA ED ABRUZZO; “PAUROSI” IN EMILIA ROMAGNA, MARCHE, LIGURIA E FRIUI-VENEZIA GIULIA: TRA ZONE GIALLE, ARANCIONI E ROSSE, A NATALE GLI SPOSTAMENTI SI FANNO IN MICROMOBILITÀ (+202%).
In alcune regioni delle zone rosse la maggiore limitazione degli spostamenti ha fatto scattare il desiderio di trasgredire: in Lombardia i residenti sono più “audaci” e non temono affatto di ricorrere al carsharing. Nel Lazio prevalgono i “paurosi”: preferiscono i veicoli aperti come motorini, biciclette e monopattini. A metterlo in evidenza è GreenVulcano Technologies (www.greenvulcano.com) che ha calcolato il valore aggregato della micromobilità, rilevando un tasso di crescita del 202%, di gran lunga superiore a quelli del carsharing (+48%).
Cosa è successo nell’ambito dei trasporti e della mobilità nel 2020? Nelle zone gialle ci si è continuati a spostare come prima (ma anche qui si è potuto registrare un aumento dell’utilizzo della micromobilità in sharing), nelle zone arancioni molti meno spostamenti in macchina in favore degli altri mezzi della smart mobility e nelle zone rosse ci si è mossi per comprovati motivi di lavoro e di salute, eppure anche in queste zone vi è stato un boom della micromobilità.
Dopo un breve crollo iniziale che si è potuto registrare durante il primo lockdown, l’emergenza sanitaria ha paradossalmente portato ad un’esplosione del fenomeno della mobilità condivisa, soprattutto per quanto riguarda la micromobilità: monopattini (+554%), scooter (+26%) e biciclette (+25%), ritenuti più sicuri rispetto ai veicoli chiusi.
A snocciolare questi numeri —basandosi sui dati della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e delle principali piattaforme di settore— è GreenVulcano Technologies (www.greenvulcano.com) , azienda leader in Europa, accreditata ormai da anni quale player «B2B» dietro le quinte delle maggiori società di smart mobility, nonché uno dei laboratori di ricerca e sperimentazione più attivi del «made in Italy hi-tech» nei settori più svariati.
Il valore medio —calcolato da GreenVulcano Technologies sull’incremento del numero di veicoli— indica quindi che per la micromobilità la crescita è del +202%.
Se poi si considera anche la fruizione del servizio —osservano gli analisti di GreenVulcano Technologies— il 2020 si chiuderà con un numero totale di ben 54 milioni di spostamenti in condivisione: un numero impensabile fino a pochi anni fa. Eppure la tendenza verso la sharing mobility sta prendendo sempre più piede, tanto da essere riuscita a spingere l’industria automobilistica a ricalibrare il proprio modello di business tenendo appunto ben presente la sharing economy.
Gli analisti del big player dietro le quinte delle maggiori società di smart mobility hanno inoltre preso in esame —attraverso un sondaggio— l’attuale situazione Covid-19 che vede l’Italia divisa in 3 zone. A seconda della regione —e in molti casi anche del colore ad essa attribuito— cambia il comportamento dei cittadini, ha potuto appurare GreenVulcano Technologies.
Gli italiani risultano così divisi —oltre che in 3 zone— anche in 3 tipi di comportamento prevalente: audace, pauroso oppure equilibrato.
In alcune regioni delle zone rosse —o che sono state incluse in zona rossa per un periodo— la maggiore limitazione degli spostamenti ha fatto scattare il desiderio di trasgredire: succede ad esempio in Lombardia, dove i residenti sono più “audaci” e non temono affatto di ricorrere al carsharing.
Oltre alla Lombardia, tra le regioni che secondo GreenVulcano Technologies sono tendenzialmente più “audaci” vi sono anche Toscana, Campania, Puglia ed Abruzzo.
Nel Lazio prevalgono invece i profili “paurosi”. Potendo scegliere, qui —nonostante i protocolli di disinfettazione delle autovetture offrano le più ampie garanzie di sicurezza— si preferisce evitare il carsharing ed optare piuttosto per i veicoli aperti: motorini, biciclette e monopattini. Tra le regioni tendenzialmente più “paurose” vi sono anche Emilia Romagna, Marche, Liguria e Friuli-Venezia Giulia.
Gli “equilibrati”, infine, prevalgono in Umbria, Sicilia, Sardegna. In queste regioni non si esagera verso facili allarmismi e si continua la vita di sempre, ma senza abbassare troppo la guardia.
«Nelle altre regioni non vi è una predominanza marcata: i cittadini sono equamente distribuiti nei 3 diversi profili. La scelta qui dipende più dal contesto personale e dal carattere che dall’ambiente esterno» concludono gli analisti di GreenVulcano Technologies.