CHIAPPINI: FARE ANTINFLUENZALE, BIMBI SI AMMALANO MOLTO, FINO A 30% (DIRE) Roma, 23 dic. – Cosa succede se si vaccina un bambino che ha il Covid? “I Cdc statunitensi raccomandano di posticipare la vaccinazione in ogni soggetto infetto, indipendentemente dai sintomi che presenta. Potra’ essere vaccinato solo quando saranno cessati i criteri per l’isolamento. Questo per evitare l’esposizione al virus da parte di altre persone che verrebbero in contatto col soggetto da vaccinare. Quindi un soggetto che ha la malattia in atto non puo’ essere vaccinato”. A dirlo e’ Elena Chiappini, esperta in Malattie infettive pediatriche al Meyer e membro del consiglio direttivo della Societa’ italiana di allergologia e immunologia pediatrica (Siaip), in occasione del congresso straordinario della Societa’ italiana di pediatria (Sip), parlando in generale delle vaccinazioni al tempo del Covid-19. Pero’, secondo l’Oms, “non abbiamo dati disponibili e specifici riguardanti la sicurezza e l’efficacia delle vaccinazioni in un soggetto con l’infezione in atto- continua la studiosa del dipartimento di Scienze della Salute dell’Universita’ degli studi di Firenze- ma possiamo applicare i principi generali noti per le malattie infettive. Se vacciniamo un bambino non sapendo che ha un’infezione Covid in atto, l’Oms assicura che mancano i dati che ci facciano sospettare poi un decorso della malattia piu’ grave o che la sicurezza/efficacia del vaccino somministrato saranno alterati”. In ogni caso i pediatri “raramente si troveranno davanti a casi gravi in eta’ pediatrica e ancor piu’ raramente davanti a un decesso- fa sapere la specialista- infatti uno studio del presidente Siaip, Gian Luigi Marseglia, sottolinea che il rischio di ospedalizzazione nel bambino e’ 25 volte piu’ basso che quello di un adulto, mentre il rischio di decesso e’ 500 volte inferiore”. La maggior parte dei pediatri fara’ i conti, invece, con i danni indiretti della pandemia: “Nel 70% dei bimbi sopra i sei anni sono evidenziati segni di regressione o problematiche comportamentali, se non vere e proprie patologie psichiatriche insorte al momento del Covid. Inoltre- prosegue Chiappini- tra tutti gli effetti indiretti del virus c’e’ il calo della copertura vaccinale”. Uno studio condotto su 208 pediatri toscani ha rilevato che il calo della copertura vaccinale e’ stato del 30-40%. “Ma siamo in buona compagnia- assicura Chiappini- perche’ lo stesso accade in Spagna e Regno Unuito. Negli Usa, invece, all’inizio della pandemia il calo complessivo della copertura vaccinale era del 20% ed erano interessati soprattutto i bambini sotto i due anni. Inoltre sono calati anche i vaccini somministrati agli adolescenti: anti papilloma virus, anti meningococco quadrivalente, difterite, tetano e pertosse. Infine, nel mondo, sono stati 30 gli Stati che hanno rimandato la campagna vaccinale contro il morbillo”. Che importanza riveste la vaccinazione antinfluenzale? “I bambini sotto i sei anni si ammalano in una percentuale molto elevata, fino al 30%, e diffondono il virus piu’ a lungo. È importante vaccinare con il quadrivalente per garantire una maggiore copertura del ceppo B. La vaccinazione facilita le diagnosi differenziali in caso di sintomi respiratori e non, evita il sovraccarico del Servizio sanitario e permette un uso piu’ efficiente delle risorse”, spiega la specialista. In caso poi di coinfezione tra virus influenzale e Sars-Cov2 i dati sulla pericolosita’ “sono ancora contrastanti, ma e’ sicuro vaccinare per l’influenza, non vi e’ un rischio maggiore di sviluppare il Covid-19 piu’ frequentemente o in maniera piu’ grave”. È vero che le vaccinazioni in generale proteggono i bambini dal Covid-19? “Esistono una serie di teorie speculative secondo cui alcuni vaccini come l’anti morbillare, l’anti tubercolare e l’anti poliomielitica orale, dovrebbero proteggere dall’infezione. Il presupposto e’ che il vaccino stimolerebbe un’immunita’ innata e indurrebbe una protezione eterologa contro le infezioni- conclude Chiappini-ma non abbiamo ancora trials a supporto di tali ipotesi”.
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