Parla il Ministro Amendola: “Non sarò nella cabina di regia del Recovery Fund. La Cina? E’ un competitor”.

“In Italia tutti si candidano a tutto ma io continuerò a tenere i rapporti con Bruxelles. L’attuazione del piano sarà affidata a un soggetto attuatore, a una struttura tecnica amministrativa che dovrà rispettare i tempi, altrimenti perderemo le risorse. Il governo si gioca la sua credibilità”. Interrogato da Annalisa Chirico sul profilo dei sei super manager, se possano provenire da grandi aziende partecipate, il ministro Amendola ha dichiarato: “Non potranno essere scelti tra quelli già impegnati in ruoli importanti o addirittura in grandi aziende partecipate. I manager che guideranno le missioni saranno impegnati a tempo pieno, non si possono fare doppi lavori”.
Amendola commenta poi i complicati equilibri europei e i veti di alcuni paesi al Recovery Fund. “Se non rimuovessero il veto in vista del prossimo Consiglio europeo del 10 dicembre, Ungheria e Polonia si assumerebbero una grande responsabilità perché l’Europa andrebbe in esercizio provvisorio, essendoci anche il bilancio pluriennale da approvare. Una cooperazione rafforzata, da approvare a maggioranza, richiederebbe un trattato intergovernativo e dunque tempi troppo lunghi che non ci possiamo permettere” dichiara il Ministro.
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