Sanità, Fials vince ricorso al Tar contro Cimo: Le competenze avanzate appartengono alle professioni sanitarie. Nessuna invasione di campo.

Roma, 4 dic. – Storica vittoria della Fials, unico sindacato delle professioni sanitarie che si era costituito in opposizione al ricorso del sindacato medico Cimo, dichiarato inammissibile ieri dal Tar del Veneto, contro la delibera della Regione Veneto n. 1580 del 29/10/2019 relativa all’istituzione dei percorsi di formazione complementare regionale per tutte le professioni sanitarie del comparto sanità, per l’acquisizione di competenze avanzate – di professionista esperto e specialista – in applicazione degli artt. 14 e 23 del Ccnl del comparto Sanità 21 maggio 2018 per l’acquisizione delle competenze avanzate.

Siamo stati l’unico sindacato che si è battuto per le professioni sanitarie in Tribunale contro l’arroganza dei medici Cimo. E ora che il Tar ci ha dato ragione dichiarando inammissibile il loro ricorso, ribadiamo una volta per tutte che la professionalizzazione del professionista sanitario diverso dal medico e lo stesso riconoscimento di ruoli dirigenziali nell’ambito della rispettiva area di specializzazione non sono attacchi alla sua funzione. Le competenze avanzate appartengono alle professioni sanitarie. É ora di dare a Cesare quel ch’è di Cesare e andare avanti verso la modernizzazione del nostro SSN”. Così Giuseppe Carbone, segretario generale Fials, commenta la sentenza di rigetto della terza sezione del Tar del Veneto.

Non esistono più professioni ancillari del medico. Riteniamo sconcertante – prosegue -che nel 2020, l’anno in cui la comunità internazionale celebra le competenze degli infermieri e delle ostetriche, che rappresentano i 2/3 dei professionisti sanitari, una parte della rappresentanza medica abbia potuto affermare che nessuna professione può vantare di esprimere ‘competenze’ senza il loro beneplacito”. Ricordiamo che la delibera della Regione Veneto era stata emanata per attuare il disposto contrattuale che prevede che possa essere conferito un incarico professionale di esperto, ad elevata specificità professionale (sempre nell’ambito della disciplina sanitaria di riferimento), ad un dipendente del SSN esercente delle 22 professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.

E’ assurdo e inaccettabile – attacca Carbone che la dirigenza medica abbia espresso critiche e si sia opposta affinché il contratto di un altro comparto di contrattazione venisse applicato. E oggi un Tribunale ci ha dato ragione: nessuna invasione di campo, nessuna lesa maestà. I professionisti sanitari, piaccia o non piaccia, vantano un riconoscimento professionale universalmente accreditato e il mondo intero ci esorta a valorizzare la loro figura con le competenze avanzate”. “Ed ora – conclude il segretario generale Fials – il nostro ulteriore impegno di richiesta alla Commissione Salute della Conferenza delle Regioni affinché emani linee guida ed operative a tutte le altre regioni per l’istituzione dei percorsi di formazione complementare regionale per tutte le professioni sanitarie del comparto sanità per l’acquisizione di competenze avanzate di professionista esperto e specialista”.

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Ufficio stampa FIALS

Silvia Donat-Cattin

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