Giornata mondiale suolo, i geologi: occorre approvare una legge nazionale.
L’utilizzo sconsiderato e indiscriminato del suolo provoca danni irreparabili. “L’uomo ha costruito anche nelle zone più a rischio del Paese, come le aree di espansione dei fiumi – spiega Cappotto – tombando valloni, rii e torrenti, amplificando dunque il quadro sempre più preoccupante del dissesto idrogeologico e mettendo a rischio la sicurezza del territorio”. La professionalità dei geologi italiani è centrale nelle politiche di difesa e conservazione del suolo. Secondo il rapporto ISPRA sul dissesto idrogeologico nel 2018, sul territorio italiano sono presenti 620.808 frane che coprono un’area di circa 23.700 chilometri quadrati, pari al 7,9% del territorio nazionale. L’Italia è pertanto uno dei Paesi europei maggiormente interessati da fenomeni franosi. “La cronologia dei disastri, frane e alluvioni evidenzia come non sia condizione sufficiente la pianificazione corretta degli interventi di difesa del territorio dai rischi geologici – sottolinea. A questa, va aggiunta la professionalità dei geologi che è basilare per la propria e unica capacità di lettura del territorio, dell’ambiente e del suolo, capace di prevedere le evoluzioni future, assumendo in questo senso un ruolo centrale nella prevenzione di frane e alluvioni”.
I costi degli interventi di difesa del suolo prima degli eventi catastrofici sono stati stimati con un rapporto di 1 a 10 rispetto a quelli del post emergenza, è ormai chiaro come sia necessario attuare misure preventive in periodi brevi. “Oggi i tempi di ritorno delle catastrofi sono diminuiti notevolmente a causa dei cambiamenti climatici e sono, purtroppo, molto più veloci della burocrazia” – denuncia il Vice Presidente CNG – che aggiunge: “è necessario semplificare le procedure, ma allo stesso tempo rafforzare l’imprescindibile ruolo del geologo nella prevenzione e programmazione territoriale. L’alluvione di Bitti è un caso significativo: due alluvioni distruttive nell’arco di sette anni non hanno dato il tempo ai progetti di mitigazione del rischio di essere realizzati”.
In occasione di questa ricorrenza, è opportuno evidenziare come in Italia non sia stata ancora approvata una legge organica di difesa del suolo; alcune regioni lo hanno già fatto in attesa della legge nazionale ferma in Parlamento. “Le recenti norme dell’Emilia-Romagna – sostiene Cappotto – ad esempio pongono l’obiettivo del consumo di suolo a saldo zero entro il 2050. Anche in Sicilia la nuova legge di governo del territorio approvata dall’ARS, nell’agosto 2020, punta al consumo di suolo ridotto o pari a zero con principi di ‘sostenibilità’ e resilienza improntati al riuso del costruito e al recupero dell’esistente”.