Legge di Bilancio. Paolo Capone, Leader UGL: “Gravi ritardi da parte del Governo, i lavoratori hanno bisogno di aiuti subito”.

“Il disegno di Legge di Bilancio, giunto peraltro in grave ritardo, arriva in un momento difficile per il nostro Paese sotto il profilo economico, occupazionale e sociale. Il 2020 si chiude con una pesantissima contrazione del Pil, centinaia di migliaia di piccole e medie imprese in gravissima difficoltà, almeno un milione di posti di lavoro in meno e con la povertà schizzata a livelli simili a quelli del 2008-2009. Un peggioramento del Paese avvenuto in un lasso di tempo molto breve. In questo scenario il governo non ha, però, quasi mai saputo dare le risposte attese dai cittadini. Il Cura Italia è arrivato tre settimane dopo il ‘caso zero’ accertato che ha portato alla individuazione delle prime zone rosse. Il decreto Rilancio, promesso per Pasqua, è andato in Gazzetta Ufficiale a maggio inoltrato. Gli interventi sulla scuola sono arrivati fra agosto e settembre, mentre la seconda ondata dei contagi ha preceduto i due decreti Ristori. Si pensi, soprattutto, alla cassa integrazione, in particolare a quella in deroga. A fronte delle promesse di una erogazione nell’arco di poche settimane la realtà dei fatti è profondamente diversa, tanto che, ancora oggi, una quota indefinita di lavoratori dipendenti lamentano i mancati pagamenti. Sarebbe stato sufficiente sostenere con la garanzia dello Stato l’accordo sull’anticipazione della cassa integrazione in deroga tra l’Abi e le parti sociali dello scorso 30 marzo per superare rapidamente le criticità manifestate. Occorre, quindi, un piano a lungo termine per rimettere in sesto l’Italia, partendo dai singoli territori. Le nostre città hanno bisogno di essere rigenerate: serve un piano urbanistico, edilizio e di welfare sociale tale da permettere alle famiglie di godere di servizi più efficaci ed efficienti, una vera e propria rivoluzione smart. Un percorso che passa anche dalle risorse del Recovery Fund e dalla revisione della normativa vigente, prevedendo uno snellimento burocratico delle procedure, spesso troppo lunghe e inconcludenti. Ancora più lontano è un secondo obiettivo, quello di favorire il riequilibrio territoriale tra nord e sud Italia. Il Mezzogiorno ha bisogno di ricevere aiuti oggi, non nel 2023 quando il disagio economico e sociale sarà verosimilmente peggiorato. Proseguendo, la questione della liquidità delle imprese continua ad essere centrale. La garanzia dello Stato sui prestiti erogati dal sistema creditizio non è stata adeguata. A conti fatti, rispetto alle previsioni di aprile 2020, l’obiettivo indicato era di almeno 250 miliardi di prestiti garantiti che in realtà è stato raggiunto solo al 30%, peraltro, con una concentrazione maggiore verso le grandi imprese e una ridotta alle piccole”. Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, presente oggi in audizione sulla Legge di Bilancio alla Camera dei Deputati.

 

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