Martedì 24 novembrea PARMA il Parkour diventa un racconto filmato con il dialogo a colpi di clip fra Federico Barbieri e gli antropologi IL PARKOUR E LA CITTÀ Storia, metodo ed esercizi atletici negli spazi urbani
L’unico volume con video
Prefazione di Marco Aime
Scarica la App Vesepia e guarda il video di presentazione
A Parma Il Parkour diventa un racconto filmato: si tiene infatti Fare (in) tempo, l’VIII Convegno Nazionale della SIAA, la Società Italiana di Antropologia Applicata, e all’interno delle presentazioni di libri collegate all’evento,Federico Barbieri racconterà come gli spazi urbani rappresentino qualcosa di speciale se visti con l’occhio dell’esercizio atletico.
Per l’occasione saranno pubblicati sul canale youtube della casa editrice Erga alcuni dei video contenuti nei QR Code del volume.
L’Autore ne parlerà con il professor Bruno Barba, docente all’Università di Genova di Antropologia digitale nell’era dei social media.
Il Convegno vuole essere un’occasione di confronto sul tema del tempo nell’Antropocene: il tempo che percepiamo, il tempo che ci diamo, il tempo che ci resta, il tempo misurato con scale di valori difformi, il tempo che plasma la nostra vita quotidiana in rapporto con i mutamenti climatici, con l’ambiente, con la salute pubblica e la crisi.
Il Convegno si svolgerà da mercoledì 2 a domenica 6 dicembre, e prevede 3 key notes, 16 panel, 10 workshop, 12 presentazioni di libri, 7 tavole rotonde e altri eventi collaterali. Il programma si trova qui www.antropologiaapplicata.com
La Società Italiana di Antropologia Applicata (SIAA) riunisce antropologi culturali e sociali (esperti, ricercatori e docenti formatisi nelle discipline demo-etno-antropologiche), che operano presso enti privati e pubblici e che studiano con fini applicativi le realtà sociali, culturali, multi-etniche, multi-religiose e ambientali della contemporaneità.
All’interno di questa ricerca, il testo di Federico Barbieri su una disciplina urbanizzata come il Parkour trova il suo spazio per un logico approfondimento.
Scarica la App Vesepia e guarda il video “Volando” dedicato ad alcune spettacolari evoluzioni
(Il Parkour e la città, ’introduzione al volume del Prof. Marco Aime, Università degli Studi di Genova)
Le città, soprattutto le città contemporanee, sono sempre meno armoniose e ricche di ostacoli. Ovunque incontriamo muri, gradini, ringhiere, parapetti, scale. Il camminare in città è spesso irregolare, il passo viene spezzato continuamente, lo spazio è frantumato. Spesso le diverse zone di una città, o peggio di una metropoli, sono scollegate tra di loro, vasi poco comunicanti, entità avulse e alienate. Il paesaggio urbano, dilatatosi a dismisura, a volte è sfuggito al controllo e ha dato vita a blocchi più o meno articolati. È proprio da questo caos di cemento e ferro, che a volte appare ostile al moderno flaneur, che nasce l’idea del parkour, di cui tratta questo libro. Ricucire ciò che sembra essere stato tagliato, ecco il senso di questo sport un po’ sui generis, inventando un percorso proprio laddove non sembra esserci.
In questo libro, Federico Barbieri ci racconta di come ci si possa riappropriare di spazi urbani apparentemente ostili e di trasformarli in gioco, in competizione. Non è un caso che il parkour abbia le sue radici proprio nelle banlieues parigine, quartieri periferici per eccellenza, spesso caratterizzati da un’edilizia pseudo-moderna, fatta di palazzoni anonimi, che ricordano il socialismo reale sovietico. Qui, dove la modernità sembra avere esaurito il suo corso, dove la Parigi viva e romantica sembra lontana centinaia di chilometri, si vive una sorta di realtà ai margini. Relegati in un territorio spigoloso e disarmonico, i giovani di questi quartieri hanno deciso, più o meno consciamente, di riappropriarsi dello spazio cui sono stati destinati. Quelle scale, quelle barriere diventano una sfida. Sono costruite per spezzare? Bene, basta unirle e diventano una strada. Una strada complessa, ricca di impedimenti, come forse è un po’ la vita di chi nasce qui, ma che diventa gioco. Gli ostacoli vengono saltati, usati come trampolino, si scivola sui mancorrenti, il parkour diventa la versione atletica di quel gioco enigmistico, in cui bisogna unire i punti e poi appare una figura. Anche qui, unendo i punti, quel paesaggio non è più anonimo, assume la figura di un terreno di gioco su cui sfidarsi.
Questo è il senso dell’origine di questo sport, che poi ha travalicato i confini delle periferie parigine, per diffondersi in tutto il mondo, dando vita a un vero e proprio movimento, che non è solo sportivo, ma anche di opinione.
Con un’analisi prima storica e poi socio-antropologica, l’autore, come gli sportivi di cui parla, ci conduce alla scoperta di questo gioco urbano, che diventa metafora della vita contemporanea nelle grandi città.
Sommario
QR Code – VIDEO di Introduzione del volume
Prefazione
Il parkour e la città. Storia, metodo ed esercizi atletici negli spazi urbani
Introduzione
1 – La nascita del parkour
1.1 – Effetto Yamasaki
1.2 – Il salto nel 2000
2 – Il parkour come una filosofia di vita
2.1 – Infortuni sì, infortuni no
3 – Parkour speaks English: the free running & tricking
3.1 – Il parkour nel mondo
3.2 – Il parkour in Italia
4 – Quale futuro?
5 – Dove fare parkour?
6 – L’allenamento di parkour
6.1 – Le tecniche del parkour
QR Code – VIDEO “Saltellando”
QR Code – VIDEO “Volando”
QR Code – VIDEO “Arrampicando”
7 – Un’esperienza di campo
7.1 – Vltavska
Bibliografia
Sitografia
Filmografia
Nelle immagini qui di seguito la sequenza del roll e l’atleta Antonio Calefatoalle prese con una sessione d’allenamento
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